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L'Eros visto attraverso Milo Manara

Le sue donne dalle curve accentuate, sensuali, sfrontate, senza peli sulla lingua, per le quali non esistono tabù

di Mirco Zani
4 nov 2020

Coniugare Eros e raffinatezza non è cosa da tutti, ma nelle tavole disegnate dal grande Milo Manara è proprio ciò che si respira. 75 anni compiuti a settembre, di cui 60 passati a disegnare, dal suo studio di Sant’Ambrogio di Valpolicella il famoso fumettista mantiene ritmi serratissimi che lo portano spesso a trattenersi al tavolo fino a tarda serata. Tra i suoi capolavori Il gioco, Gulliveriana e Caravaggio. La sua prima musa è la moglie dalla quale non si è mai separato, e che gli vive accanto seguendolo quotidianamente nel suo lavoro. Progetta e disegna decine di lavori molti dei quali vengono anticipati al suo pubblico di affezionati lettori attraverso i social. La sua lunga carriera di fumettista, inizia nel 1969 con la collaborazione agli albi della serie poliziesco-erotica Genius. Poi con la collana per adulti  "Jolanda de Almaviva". Nasce poi con i lavori per il Corriere dei ragazzi  il sodalizio con il giornalista Mino Milani. Negli anni settanta, mette in piedi  decine di collaborazioni, confermando di essere  una penna e una mente con una creatività e intelligenza davvero fuori dal comune. Ma sono gli anni Ottanta che permettono a Manara di raggiunge una piena maturità e trovare quella cifra stilistica inconfondibile per cui oggi chiunque è in grado di attribuirgli una tavola al primo sguardo.




Come accade solo con i grandi maestri, vedi per esempio i disegni di Hugo Pratt e Guido Crepax. Con "Il Gioco" del 1982 Manara s’impone per il suo erotismo disinibito, ironico e trasgressivo. E cosa non trascurabile Colto. Si perché Milo ne Il Gioco narra la storia Claudia Cristiani, una stupenda donna dell'alta borghesia, i cui impulsi erotici sono guidati da un congegno che attivato, scatena i suoi più inconfessabili istinti inconsci. Ma attenzione  non vi è pornografia nei disegni di Manara, persino in quelli più apparentemente osceni. E i suoi personaggi femminili, anche i più sfacciati, sono così sensuali e sexy da essere lontani anni luce dall’immaginario erotico della letteratura a tripla X. Il suo è un erotismo che ha ascendenti troppo colti e intelligenti e sottili per essere etichettato in modo banale.  Ma altri temi fondamentali che ricorrono nell’arte del fumettista veneto sono il sogno e la storia. Un esempio ne sono due collaborazioni memorabili, con Federico Fellini (Viaggio a Tullum) e con Enzo Biagi (Storia d’Italia a fumetti).La storia non si scrive con i se, ma se Caravaggio vivesse ai nostri tempi, sembra chiedersi Manara, sarebbe un pittore o un fumettista, magari come il compianto Andrea Pazienza? Milo Manara al suo Caravaggio dà proprio il volto dell’autore di Pentothal e Zanardi.





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