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La truffa del Wangiri

Una chiamata che arriva con uno squillo, quando si richiama per sapere chi fosse si entra in una spirale di numeri a pagamento con tariffe altissime

di Roberto Bagazzoli
4 ott 2024
Foto di Lisa Fotios per Pexel
Foto di Lisa Fotios per Pexel

La truffa del “wangiri”, o “truffa dello squillo”, è una strategia ingannevole tornata alla ribalta in tempi recenti, ma con radici che risalgono a molti anni fa.

Questa truffa sfrutta la curiosità delle persone attraverso chiamate senza risposta da numeri esteri sconosciuti, con l’obiettivo di indurre la vittima a richiamare.

Il nome “wangiri”, di origine giapponese, significa letteralmente “uno squillo e abbassare”, in riferimento al meccanismo del singolo squillo che lascia una chiamata persa.

Quando la vittima richiama il numero, viene automaticamente reindirizzata a servizi telefonici a pagamento con tariffe molto elevate. Il modus operandi dei truffatori è semplice: chiamano in orari poco convenienti, come durante il lavoro o di notte, in modo da garantire che la vittima non risponda.

La truffa si manifesta in una chiamata breve, spesso proveniente da numeri con prefissi internazionali, come la Moldavia (+373), il Kosovo (+383), la Tunisia (+216), l’Inghilterra (+44), la Bielorussia (+375) e la Tanzania (+255).





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