La truffa del “wangiri”, o “truffa dello squillo”, è una strategia ingannevole tornata alla ribalta in tempi recenti, ma con radici che risalgono a molti anni fa.
Questa truffa sfrutta la curiosità delle persone attraverso chiamate senza risposta da numeri esteri sconosciuti, con l’obiettivo di indurre la vittima a richiamare.
Il nome “wangiri”, di origine giapponese, significa letteralmente “uno squillo e abbassare”, in riferimento al meccanismo del singolo squillo che lascia una chiamata persa.
Quando la vittima richiama il numero, viene automaticamente reindirizzata a servizi telefonici a pagamento con tariffe molto elevate. Il modus operandi dei truffatori è semplice: chiamano in orari poco convenienti, come durante il lavoro o di notte, in modo da garantire che la vittima non risponda.
La truffa si manifesta in una chiamata breve, spesso proveniente da numeri con prefissi internazionali, come la Moldavia (+373), il Kosovo (+383), la Tunisia (+216), l’Inghilterra (+44), la Bielorussia (+375) e la Tanzania (+255).