Logo San Marino RTV

Negramaro al Festival 13 anni dopo “Un gesto d’amore per chi ci eliminò”

1 feb 2018
Furono la sorpresa dell’edizione 2005 del Festival di Sanremo. Nel bene, perché lì la loro carriera fece un grande balzo in avanti, e in negativo, perché furono subito eliminati. Tra una settimana i Negramaro risaliranno su quello stesso palco (per la prima volta da allora), come super-ospiti: «Ma non c’è astio, questo è un amore che torna», assicura Giuliano Sangiorgi, che confessa: «Siamo contenti ed emozionati. Per noi è un “nuovo punto di partenza”, come cantiamo nel nostro ultimo disco».
Tredici anni fa erano in gara tra i giovani. Quando Mentre tutto scorre venne esclusa dal voto popolare, il conduttore e direttore artistico Paolo Bonolis non voleva crederci: «Ma siete sicuri che siano questi gli esclusi?», disse guardandosi intorno. Sbigottimento sul palco, in platea e in sala stampa... «Me lo ricordo benissimo - ridacchia Giuliano - è diventato bianco e poi paonazzo. E noi con lui. Bonolis chiese se per caso non gli avessero dato il foglio sbagliato. Per lui il nostro era il pezzo più bello di Sanremo».
E invece i Negramaro erano fuori: addio Ariston. «Però cantammo lo stesso due volte, forse era destino. Alla prima esibizione un problema tecnico ci danneggiò, e secondo il regolamento avremmo dovuto ricantare. Be’ io non volevo: tornare di nuovo sul palco? No no...».
E fu fine della storia dei Negramaro a Sanremo, anche se comunque un premio lo portarono a casa, quello della Sala Stampa Radio & Tv: «Per noi fu una festa - continua Giuliano -. Ci sono fan che hanno criticato il nostro ritorno, ma per noi è la chiusura di un cerchio e un nuovo punto di partenza. Non c’è astio. Quell’anno ci divertimmo un sacco, eravamo i “terroni” della situazione, sempre pronti a far festa...».
L’eliminazione li turbò ma non li affondò: «Noi volevamo far sentire la nostra musica agli italiani e sognavamo di fare la strada di quelli esclusi, incompresi, che poi ce la fanno». Allora non potevano sapere che avrebbero avuto successo, anche se nemmeno pareva così improbabile: «Non eravamo perfetti sconosciuti, suonavamo già nei club e le nostre canzoni erano nella colonna sonora del film di Alessandro D’Alatri, La febbre, che sarebbe uscito dopo il Festival. E quando il film uscì il nostro disco vendette ottanta-novantamila copie in un weekend». Il successo stava arrivando con una forza inaspettata: «Quando dicemmo a Caterina Caselli che volevamo andare a Sanremo lei rimase stupita - scava ancora nei ricordi Giuliano -: eravamo una band underground, riempivamo i club da 3-4 mila persone, cosa c’entravamo col Festival? Insistetti per portare Mentre tutto scorre, anche se avevamo brani più adatti come Estate o Solo3minuti. Ma noi volevamo portare proprio una canzone come quella: il manifesto di quella che sarebbe stata la nostra carriera». Col senno di poi si può dire che la scelta fu azzeccatissima, anche perché le radio iniziarono subito a trasmetterla e oggi è una delle più amate dai fan.

fonte La Stampa

Riproduzione riservata ©