Armando Bellotti ha dato le dimissioni da responsabile tecnico della Federazione (Fpscs).
“Il presidente federale Valerio Cecchetti, - spiega Bellotti - ha riunito il consiglio federale nella seconda settimana di marzo dicendo, in consiglio, che il mio lavoro era “chiacchierato”. Sarebbero trapelate voci che mettevano in dubbio la mia professionalità. Naturalmente, questo mi offende e vedrò di tutelarmi nelle apposite sedi. Si tratta di voci che offendono il mio lavoro di tecnico, la mia esperienza di 31 anni nel mondo della boxe, la mia licenza internazionale, i media di San Marino per i quali ho grande rispetto e le persone e le Istituzioni che si sono adoperate a mio favore: la Segreteria di Stato allo Sport e il Cons. E anche la struttura dello Sport Domus, dove si trova la palestra nella quale ho allenato fino mercoledì 16 marzo. Vedo minati rapporti che ho costruito nel quotidiano. Stiamo parlando di 12 mesi di lavoro, 56 combattimenti, una medaglia d’argento ai Regionali 2015 e di uno stage in nazionale italiana. Tutti risultati ottenuti con pugili sammarinesi.
Queste voci di corridoio, finché son state soltanto voci, mi sono rimbalzate addosso, anche perché il calendario di incontri costruito per i prossimi mesi mi vedeva impegnato in otto eventi a livello interregionale. Avendo un po’ di esperienza, ho lasciato che le cose scivolassero via. Ma lunedì 14 marzo il presidente federale Valerio Cecchetti mi ha informato che Alessandro Palma, presidente della Asps, la società per la quale esercitavo a San Marino, aveva dato le dimissioni e con lui anche il dirigente della Associazione.
Cecchetti mi ha informato che Palma aveva anche messo in liquidazione la Asps. Visti e considerati questi avvenimenti, il 16 marzo Cecchetti ed io ci siamo recati dall’avvocato federale Silvia Cecchetti, in qualità di moderatore, per capire se c’era la possibilità di trovare un accordo fra me e lui per proseguire in qualche modo il calendario sportivo. In quel momento Valerio Cecchetti ha chiesto le mie dimissioni, sordo a ogni tentativo di dissuaderlo.
So che, per legge, sarei potuto rimanere per altri 90 giorni a lavorare in palestra. Sulle mie dimissioni, solo l’avvocato Silvia Cecchetti, di tutto il consiglio federale, si è astenuta. Tutti gli altri hanno votato per farmi dimettere. Così ho dovuto rassegnarle nello stesso giorno di mercoledì 16 marzo. Comunicando comunque a tutto il consiglio che la realtà delle cose era stata completamente distorta dallo stesso presidente federale. Mercoledì scorso firmai anche che non avrei impugnato questa decisione. Però, subito dopo, nello stesso giorno, partiva una campagna diffamatoria di Valerio Cecchetti contro la mia persona. Cecchetti andava dicendo nell’ambiente che io, un tecnico federale, non curavo la salute dei ragazzi mandandoli “al macello”; facendoli combattere senza assicurazione obbligatoria e dicendo che il sottoscritto combinava combattimenti illegali. Questa menzogna, questa cattiveria, dovrà essere provata davanti a un giudice e chiederò a Cecchetti e al consiglio federale, sia le scuse che le spese per queste accuse infamanti, sia dal punto di vista sportivo che umano. Mi difenderò nelle apposite sedi, producendo tutta la documentazione necessaria. Posso capire che tra un presidente e un allenatore le cose possano andare male ma non posso accettare la menzogna e la strumentalizzazione dei miei stessi pugili contro di me.
Per quanto mi riguarda, il pugilato a San Marino, da punto di vista federale, è finito. Non so se continuerò a lavorare sul Titano. Certamente continuerò in Italia. Per quel che riguarda le accuse mossemi, chiederò alla magistratura sammarinese di appurare tutto quanto”.
Comunicato stampa
“Il presidente federale Valerio Cecchetti, - spiega Bellotti - ha riunito il consiglio federale nella seconda settimana di marzo dicendo, in consiglio, che il mio lavoro era “chiacchierato”. Sarebbero trapelate voci che mettevano in dubbio la mia professionalità. Naturalmente, questo mi offende e vedrò di tutelarmi nelle apposite sedi. Si tratta di voci che offendono il mio lavoro di tecnico, la mia esperienza di 31 anni nel mondo della boxe, la mia licenza internazionale, i media di San Marino per i quali ho grande rispetto e le persone e le Istituzioni che si sono adoperate a mio favore: la Segreteria di Stato allo Sport e il Cons. E anche la struttura dello Sport Domus, dove si trova la palestra nella quale ho allenato fino mercoledì 16 marzo. Vedo minati rapporti che ho costruito nel quotidiano. Stiamo parlando di 12 mesi di lavoro, 56 combattimenti, una medaglia d’argento ai Regionali 2015 e di uno stage in nazionale italiana. Tutti risultati ottenuti con pugili sammarinesi.
Queste voci di corridoio, finché son state soltanto voci, mi sono rimbalzate addosso, anche perché il calendario di incontri costruito per i prossimi mesi mi vedeva impegnato in otto eventi a livello interregionale. Avendo un po’ di esperienza, ho lasciato che le cose scivolassero via. Ma lunedì 14 marzo il presidente federale Valerio Cecchetti mi ha informato che Alessandro Palma, presidente della Asps, la società per la quale esercitavo a San Marino, aveva dato le dimissioni e con lui anche il dirigente della Associazione.
Cecchetti mi ha informato che Palma aveva anche messo in liquidazione la Asps. Visti e considerati questi avvenimenti, il 16 marzo Cecchetti ed io ci siamo recati dall’avvocato federale Silvia Cecchetti, in qualità di moderatore, per capire se c’era la possibilità di trovare un accordo fra me e lui per proseguire in qualche modo il calendario sportivo. In quel momento Valerio Cecchetti ha chiesto le mie dimissioni, sordo a ogni tentativo di dissuaderlo.
So che, per legge, sarei potuto rimanere per altri 90 giorni a lavorare in palestra. Sulle mie dimissioni, solo l’avvocato Silvia Cecchetti, di tutto il consiglio federale, si è astenuta. Tutti gli altri hanno votato per farmi dimettere. Così ho dovuto rassegnarle nello stesso giorno di mercoledì 16 marzo. Comunicando comunque a tutto il consiglio che la realtà delle cose era stata completamente distorta dallo stesso presidente federale. Mercoledì scorso firmai anche che non avrei impugnato questa decisione. Però, subito dopo, nello stesso giorno, partiva una campagna diffamatoria di Valerio Cecchetti contro la mia persona. Cecchetti andava dicendo nell’ambiente che io, un tecnico federale, non curavo la salute dei ragazzi mandandoli “al macello”; facendoli combattere senza assicurazione obbligatoria e dicendo che il sottoscritto combinava combattimenti illegali. Questa menzogna, questa cattiveria, dovrà essere provata davanti a un giudice e chiederò a Cecchetti e al consiglio federale, sia le scuse che le spese per queste accuse infamanti, sia dal punto di vista sportivo che umano. Mi difenderò nelle apposite sedi, producendo tutta la documentazione necessaria. Posso capire che tra un presidente e un allenatore le cose possano andare male ma non posso accettare la menzogna e la strumentalizzazione dei miei stessi pugili contro di me.
Per quanto mi riguarda, il pugilato a San Marino, da punto di vista federale, è finito. Non so se continuerò a lavorare sul Titano. Certamente continuerò in Italia. Per quel che riguarda le accuse mossemi, chiederò alla magistratura sammarinese di appurare tutto quanto”.
Comunicato stampa
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