La Dolomiti Energia Trento c'è e Dominique Sutton torna ad esserci: sono forse questi i due responsi più importanti per la squadra di Buscaglia, che impatta in maniera impeccabile gara4 con Venezia – quella che potenzialmente poteva mettere nelle mani degli orogranata due match point con la possibilità di sbagliare. Insomma, spalle al muro Trento si è ritrovata, salendo in un batter d'occhio sul +10 grazie ai sei punti di Dustin Hogue nel primo quarto, che l'Aquila chiude sul 22-9.
Un lascito importante da gestire nel corso di una partita che i trentini sapranno vincere agli estremi e controllare in mezzo. Se i parziali di apertura e chiusura sono nettamente appannaggio degli uomini di Buscaglia – infatti – sono quelli a cavallo dell'intervallo a determinare il ritorno in questa serie della regicida Trento, capace di far fuori l'Olimpia Milano in semifinale.
Modesto, in termini di punti l'apporto del rientrante Sutton (3 per lui), capace però di infondere la fiducia nei propri mezzi al roster trentino, che può tornare a far affidamento sul suo uomo migliore. Il vantaggio della Dolimiti Energia – a metà secondo quarto – sfiora i 20 punti: a stringere la forbice fino al -9 con cui si rientra negli spogliatoi ci pensano gli specialisti dal perimetro dell'Umana Reyer; Filloy l'ultimo, per il 40-31 di metà partita.
Niente più di un fuoco di paglia, perché col quintetto base in campo – Buscaglia – torna a mettere 17 punti tra sé e la controparte, si vedano i sei consecutivi di Hogue. Ejim e Filloy provano a tenere Venezia incollata ad una partita che ragionevolmente pare aver già trovato padrone: il vantaggio raramente scollina sotto la doppia cifra e quando lievita fino al +20 con Dominique Sutton il PalaTrento intravede la Provvidenza divina dietro a quella schiacciata.
Finisce 78-56, una punizione severa per l'Umana Reyer che De Raffaele ritiene conseguenza del pessimo approccio e della scarsa incisività sotto i vetri dei suoi, orfani dei centimetri di Batista. Loda il carattere dei suoi Buscaglia, promuovendo l'aggressività messa in campo fin dalla palla a due, nonché il certosino lavoro sulle linee di passaggio nell'attacco veneziano.
LP
Un lascito importante da gestire nel corso di una partita che i trentini sapranno vincere agli estremi e controllare in mezzo. Se i parziali di apertura e chiusura sono nettamente appannaggio degli uomini di Buscaglia – infatti – sono quelli a cavallo dell'intervallo a determinare il ritorno in questa serie della regicida Trento, capace di far fuori l'Olimpia Milano in semifinale.
Modesto, in termini di punti l'apporto del rientrante Sutton (3 per lui), capace però di infondere la fiducia nei propri mezzi al roster trentino, che può tornare a far affidamento sul suo uomo migliore. Il vantaggio della Dolimiti Energia – a metà secondo quarto – sfiora i 20 punti: a stringere la forbice fino al -9 con cui si rientra negli spogliatoi ci pensano gli specialisti dal perimetro dell'Umana Reyer; Filloy l'ultimo, per il 40-31 di metà partita.
Niente più di un fuoco di paglia, perché col quintetto base in campo – Buscaglia – torna a mettere 17 punti tra sé e la controparte, si vedano i sei consecutivi di Hogue. Ejim e Filloy provano a tenere Venezia incollata ad una partita che ragionevolmente pare aver già trovato padrone: il vantaggio raramente scollina sotto la doppia cifra e quando lievita fino al +20 con Dominique Sutton il PalaTrento intravede la Provvidenza divina dietro a quella schiacciata.
Finisce 78-56, una punizione severa per l'Umana Reyer che De Raffaele ritiene conseguenza del pessimo approccio e della scarsa incisività sotto i vetri dei suoi, orfani dei centimetri di Batista. Loda il carattere dei suoi Buscaglia, promuovendo l'aggressività messa in campo fin dalla palla a due, nonché il certosino lavoro sulle linee di passaggio nell'attacco veneziano.
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