I 34 km di cronometro da Trento a Rovereto sono uno degli snodi cruciali del Giro n°101 e a uscirne con un punto in più è il solito, inscalfibile Simon Yates. La tappa va all'ex roseo Rohan Dennis, che sbriga la pratica in 40' spaccati: a 14” c'è Martin, a 22” chiude il podio l'osservato n°1 di giornata, Tom Dumoulin.
L'olandese vola ma non tanto quanto ci si potrebbe aspettare dal campione del mondo in carica di specialità, e comunque non abbastanza per soffiare la Rosa a Yates. Che dopo le immense prove montane sfodera la crono della vita e contiene le perdite entro i 2” a km, per un totale di 1' 17” di distacco. Il che significa 56” di vantaggio residuo su Dumoulin, che dunque per difendere il titolo dovrà fare il diavolo a quattro sulle montagne, viceversa terreno più congeniale al britannico.
E ormai potrebbe trattarsi di una lotta a due, perché oggi Froome perde una grandissima chance per tornare in corsa, pur recuperando su Yates. Altro specialista delle corse contro il tempo, il keniano bianco chiude 5° a 35” da Dennis, e il suo scossare il capo all'arrivo la dice tutta. Nessuna impennata in classifica: i 3' 50” di ritardo sono un abisso colmabile solo con imprese stile Zoncolan, ma le difficoltà messe in mostra domenica e la strepitosa forma di Yates ne riducono le chance al lumicino.
Intanto però strappa la quarta posizione a Pinot, crollato nettamente – alla pari di Lopez e Carapaz– e ora staccato di 4' 19”. Viceversa, per gli italiani è una splendida giornata: Pozzovivo sfodera una stoica resistenza, perdendo meno di un minuto e conservando la terza piazza a 3' 11” dalla vetta. Ed è soprattutto la rivincita di Aru: i patatrac in salita vengono archiviati da una cronometro sublime, che lo vede 6° a soli 2” da Froome. Un'impresa cancellata dai giudici di gara, che riguardando le immagini lo hanno penalizzato di 20" per aver sfruttato illegittimamente una scia.
RM
L'olandese vola ma non tanto quanto ci si potrebbe aspettare dal campione del mondo in carica di specialità, e comunque non abbastanza per soffiare la Rosa a Yates. Che dopo le immense prove montane sfodera la crono della vita e contiene le perdite entro i 2” a km, per un totale di 1' 17” di distacco. Il che significa 56” di vantaggio residuo su Dumoulin, che dunque per difendere il titolo dovrà fare il diavolo a quattro sulle montagne, viceversa terreno più congeniale al britannico.
E ormai potrebbe trattarsi di una lotta a due, perché oggi Froome perde una grandissima chance per tornare in corsa, pur recuperando su Yates. Altro specialista delle corse contro il tempo, il keniano bianco chiude 5° a 35” da Dennis, e il suo scossare il capo all'arrivo la dice tutta. Nessuna impennata in classifica: i 3' 50” di ritardo sono un abisso colmabile solo con imprese stile Zoncolan, ma le difficoltà messe in mostra domenica e la strepitosa forma di Yates ne riducono le chance al lumicino.
Intanto però strappa la quarta posizione a Pinot, crollato nettamente – alla pari di Lopez e Carapaz– e ora staccato di 4' 19”. Viceversa, per gli italiani è una splendida giornata: Pozzovivo sfodera una stoica resistenza, perdendo meno di un minuto e conservando la terza piazza a 3' 11” dalla vetta. Ed è soprattutto la rivincita di Aru: i patatrac in salita vengono archiviati da una cronometro sublime, che lo vede 6° a soli 2” da Froome. Un'impresa cancellata dai giudici di gara, che riguardando le immagini lo hanno penalizzato di 20" per aver sfruttato illegittimamente una scia.
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