Gioca in difesa e fa bene lo sloveno Simon Spilak, che nella cronometro conclusiva del Giro di Svizzera cede appena 4” a Damiano Caruso e, forte di altri 48” di vantaggio, fa sua la corsa elvetica. Per la seconda volta in carriera, visto che il corridore della Katusha da queste parti si era già imposto nel 2015.
Ci prova fino in fondo Caruso, che nella tappa contro il tempo di Schaffhausen chiude terzo: davanti a lui solo l'australiano Rohan Dennis, ex primatista dell'ora, e lo svizzero Kung, che lo anticipano di 47” e 18” per un podio tutto BMC. Purtroppo per lui però Spilak lo marca stretto e termina quinto, lasciandogli la piazza d'onore davanti all'olandese Kruijswijk. Un successo che lo sloveno si è costruito aggiudicandosi la settima tappa, nella quale, grazie allo strappo sull'impegnativa ascesa finale di Solden, ha messo un minuto tra sé e gli inseguitori.
Con buona pace per Caruso, maglia gialla nelle tappe 4 e 5 e appaiato in vetta con Pozzovivo in quella seguente. L'ultima vittoria di un italiano Giro di Svizzera resta così quella di Francesco Casagrande del 1999; al siciliano però va il merito di aver riportato il tricolore sul podio, cosa che non succedeva dal secondo posto di un altro Damiano, Cunego, del 2011.
RM
Ci prova fino in fondo Caruso, che nella tappa contro il tempo di Schaffhausen chiude terzo: davanti a lui solo l'australiano Rohan Dennis, ex primatista dell'ora, e lo svizzero Kung, che lo anticipano di 47” e 18” per un podio tutto BMC. Purtroppo per lui però Spilak lo marca stretto e termina quinto, lasciandogli la piazza d'onore davanti all'olandese Kruijswijk. Un successo che lo sloveno si è costruito aggiudicandosi la settima tappa, nella quale, grazie allo strappo sull'impegnativa ascesa finale di Solden, ha messo un minuto tra sé e gli inseguitori.
Con buona pace per Caruso, maglia gialla nelle tappe 4 e 5 e appaiato in vetta con Pozzovivo in quella seguente. L'ultima vittoria di un italiano Giro di Svizzera resta così quella di Francesco Casagrande del 1999; al siciliano però va il merito di aver riportato il tricolore sul podio, cosa che non succedeva dal secondo posto di un altro Damiano, Cunego, del 2011.
RM
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