Un’ altra perla, un’altra prova di classe e nervi. Che Alex De Angelis fosse pilota di prima grandezza era già noto, manca sempre e solo quella benedetta vittoria. Spezzerebbe un tabù, stroncherebbe le malignità di chi lo definisce bello e incompiuto, insomma lo proietterebbe nel firmamento del motomondiale come stella di prima grandezza con tanto di certificato di garanzia. Purtroppo anche a Sachsring (circuito dove bisogna saper guidare) ha trovato un Valentino. Che si chiama Dani Pedrosa, ma è in tutto e per tutto un piccolo Valentino. Un computerino programmato per dare gas, che al dottore invidia la vena istrionica, il personaggio e poco altro. Alex ha guidato la gara e si è staccato solo quando Pedrosa ha salutato la concorrenza deciso ad andar via.
In 125 i dolori di Manuel Poggiali non sono soltanto generici modi di dire. Ha messo le ruote sull’erba, la moto è partita e addio. Si è fatto male ad una mano, ma nulla di serio. Più serio il ritardo tecnico della sua Gilera che aveva richiamato il campione di Chiesanuova per improntare un programma ambizioso. Poggiali arranca spesso a metà schieramento ed è costretto a guidare sempre al limite per raspare dove possibile qualche punticino. Ora il Motomondiale si ferma, ma in casa Gilera sarà un agosto di bulloni e chiavi inglesi, per smontare i problemi e trovare il male oscuro di una moto che semplicemente va piano.
In 125 i dolori di Manuel Poggiali non sono soltanto generici modi di dire. Ha messo le ruote sull’erba, la moto è partita e addio. Si è fatto male ad una mano, ma nulla di serio. Più serio il ritardo tecnico della sua Gilera che aveva richiamato il campione di Chiesanuova per improntare un programma ambizioso. Poggiali arranca spesso a metà schieramento ed è costretto a guidare sempre al limite per raspare dove possibile qualche punticino. Ora il Motomondiale si ferma, ma in casa Gilera sarà un agosto di bulloni e chiavi inglesi, per smontare i problemi e trovare il male oscuro di una moto che semplicemente va piano.
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