Il rebus gomme a Le Mans diventa rompicapo impossibile. Dopo il warm up sul bagnato nella gara delle 250, De Angelis si ritrova un asfalto sempre più caldo e gomme sempre più inaffidabili. La sua è una corsa di attesa, a limitare i limiti di una Aprilia che su questo tracciato proprio non riesce ad ingranare. Alla fine Alex è quinto dopo il dominio Honda. Team Humangest pigliatutto nelle prime due posizioni: la vittoria è da subito un affare fra i colleghi Dovizioso e Takahashi. Meglio il giapponese nell’ultimissima curva, una traiettoria impossibile gli regala 98 millesimi di vantaggio sul forlivese ed il primo sigillo mondiale. Per Dovizioso si tratta invece del quinto podio consecutivo, manca la vittoria ma una straordinaria regolarità continua a garantirgli il primato nella generale. Per il terzo posto si gioca un altro derby, questa volta nella famiglia Aoyama. La spunta la Honda di Shuei che completa il trionfo giapponese. Hiroshi su Ktm si accontenta del quarto, mentre Poggiali con la stessa moto o giù di lì naufraga in 17esima posizione ad 1 minuto da Takahashi. Troppo lontano, troppo poco per Manuel.
Nella MotoGp è il secondo centro di Macho, che vince da duro scegliendo di partire con le dure, dopo che qualche goccia aveva fatto dichiarare corsa bagnata. E’ Valentino a consegnargli lo scettro del padrone, quando la sua M1 si ammutolisce, all’improvviso, e lo butta ai margini del mondiale. Un vero peccato, fino al ventunesimo giro si è rivisto il Rossi senza aggettivi e senza rivali che sembrava imbattibile. Dopo lo stop del marziano tavulliano, Melandri si infila nel pertugio lasciato da Pedrosa e va fino alla bandiera da dominatore. Dietro di lui rimangono il giovane spagnolo con gomme sbriciolate e la vecchia CapiRossa che oggi vuol tornare a ruggire. Un sorpasso da Loris all’ultimo giro completa il trionfo dei piloti italiani. Bentornati; dopo la magra cinese. Dopo Pedrosa, è ancora monopolio Honda con Stoner e Hayden, che grazie al quinto posto mantiene la vetta del monte iridato.
Nella 125 le maggiori difficoltà per azzeccare i pneumatici giusti. A metà mattina con pista un po’ asciutta e un po’ umida sono molti a scegliere le intermedie. Che sarà gara difficile da concludere senza assaggiare l’asfalto lo si capisce sin dalle prime ammucchiate che buttano fuori alcuni piloti di retrovia. Davanti cade invece Pasini e questa è quasi la fine del suo mondiale. Mentre vanno giù anche Pesek e Di Meglio sembra che l’affare vittoria possa essere discusso tra 4 piloti. Lai, Kallio, Luthi e Bautista. Ad avvantaggiarsi sono proprio lo svizzero, rinvigorito, e il leader del mondiale che però sente la moto tossire all’ultimo giro. Ancora via libera per l’Honda e per Thomas Luthi, tornato alla vittoria dopo i fasti dello scorso anno; secondo Kallio, che precede l’ennesima giapponese di Lai. Bautista, quarto nonostante tutto, conserva la leadership della classe.
Nella MotoGp è il secondo centro di Macho, che vince da duro scegliendo di partire con le dure, dopo che qualche goccia aveva fatto dichiarare corsa bagnata. E’ Valentino a consegnargli lo scettro del padrone, quando la sua M1 si ammutolisce, all’improvviso, e lo butta ai margini del mondiale. Un vero peccato, fino al ventunesimo giro si è rivisto il Rossi senza aggettivi e senza rivali che sembrava imbattibile. Dopo lo stop del marziano tavulliano, Melandri si infila nel pertugio lasciato da Pedrosa e va fino alla bandiera da dominatore. Dietro di lui rimangono il giovane spagnolo con gomme sbriciolate e la vecchia CapiRossa che oggi vuol tornare a ruggire. Un sorpasso da Loris all’ultimo giro completa il trionfo dei piloti italiani. Bentornati; dopo la magra cinese. Dopo Pedrosa, è ancora monopolio Honda con Stoner e Hayden, che grazie al quinto posto mantiene la vetta del monte iridato.
Nella 125 le maggiori difficoltà per azzeccare i pneumatici giusti. A metà mattina con pista un po’ asciutta e un po’ umida sono molti a scegliere le intermedie. Che sarà gara difficile da concludere senza assaggiare l’asfalto lo si capisce sin dalle prime ammucchiate che buttano fuori alcuni piloti di retrovia. Davanti cade invece Pasini e questa è quasi la fine del suo mondiale. Mentre vanno giù anche Pesek e Di Meglio sembra che l’affare vittoria possa essere discusso tra 4 piloti. Lai, Kallio, Luthi e Bautista. Ad avvantaggiarsi sono proprio lo svizzero, rinvigorito, e il leader del mondiale che però sente la moto tossire all’ultimo giro. Ancora via libera per l’Honda e per Thomas Luthi, tornato alla vittoria dopo i fasti dello scorso anno; secondo Kallio, che precede l’ennesima giapponese di Lai. Bautista, quarto nonostante tutto, conserva la leadership della classe.
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