Esattamente 30 anni dopo, da Seul '88 a PyeongChang 2018. I Cinque Cerchi tornano in Corea del Sud per i XXIII Giochi Olimpici Invernali, i quarti che si disputano in Asia. 17 giorni di competizioni – dal 9 al 25 febbraio – e 13 siti di gare, sparsi tra PyeongChang, Gangneung e Jeangseon. La cerimonia e le premiazioni si terranno all'Olympic Stadium di PyeongChang, un pentagono con una capienza di 35mila spettatori costruito apposta per l'evento.
15 le discipline previste, 7 per gli sport di neve, 5 per quelli di ghiaccio e 3 per quelli di scivolamento. Per un totale di 102 medaglie d'oro, quattro in più rispetto a Sochi 2014. A contendersele 2925 atleti, provenienti da 92 Paesi. Tra questi ci sono 6 esordienti: Ecuador, Eritrea, Kosovo, Malesia, Nigeria e Singapore. La delegazione più nutrita è quella degli Stati Uniti, che schierano 242 atleti: dall'altra parte della classifica ci sono, tra gli altri, San Marino e Alessandro Mariotti, impegnato nello slalom speciale e nel gigante. Completano il podio il Canada e la piccola Svizzera con 227 e 170 atleti. Subito sotto la Russia, o meglio i 168 russi autorizzati a partecipare come neutrali in quanto considerati puliti. Il CIO ha infatti squalificato la Russia, che a Sochi chiuse in testa al medagliere, a causa dello scandalo del cosiddetto doping di Stato di Mosca, emerso dal rapporto McLaren e relativo al periodo 2011-2015. Gli ultimi 15 ricorsi sono stati presentati proprio ieri al TAS, le speranze però sono ormai esigue. L'altra faccia della medaglia è l'unione delle due Coree, che sfileranno insieme sotto la bandiera azzurra su sfondo bianco della Corea unita e avranno una squadra unica nell'hockey femminile.
Proprio l'hockey è l'unica disciplina nella quale non gareggerà l'Italia, presente con 121 atleti. Tra questi la saltatrice classe 2000 Lara Malsiner, prima millennial azzurra ai Giochi: il più vecchio invece è lo snowboardista 37enne Roland Fischnaller. L'Italia viene dalle 8 medaglie – senza ori – di Sochi ma il presidente del Coni Malagò ha alzato l'asticella, chiedendone almeno 10.
RM
15 le discipline previste, 7 per gli sport di neve, 5 per quelli di ghiaccio e 3 per quelli di scivolamento. Per un totale di 102 medaglie d'oro, quattro in più rispetto a Sochi 2014. A contendersele 2925 atleti, provenienti da 92 Paesi. Tra questi ci sono 6 esordienti: Ecuador, Eritrea, Kosovo, Malesia, Nigeria e Singapore. La delegazione più nutrita è quella degli Stati Uniti, che schierano 242 atleti: dall'altra parte della classifica ci sono, tra gli altri, San Marino e Alessandro Mariotti, impegnato nello slalom speciale e nel gigante. Completano il podio il Canada e la piccola Svizzera con 227 e 170 atleti. Subito sotto la Russia, o meglio i 168 russi autorizzati a partecipare come neutrali in quanto considerati puliti. Il CIO ha infatti squalificato la Russia, che a Sochi chiuse in testa al medagliere, a causa dello scandalo del cosiddetto doping di Stato di Mosca, emerso dal rapporto McLaren e relativo al periodo 2011-2015. Gli ultimi 15 ricorsi sono stati presentati proprio ieri al TAS, le speranze però sono ormai esigue. L'altra faccia della medaglia è l'unione delle due Coree, che sfileranno insieme sotto la bandiera azzurra su sfondo bianco della Corea unita e avranno una squadra unica nell'hockey femminile.
Proprio l'hockey è l'unica disciplina nella quale non gareggerà l'Italia, presente con 121 atleti. Tra questi la saltatrice classe 2000 Lara Malsiner, prima millennial azzurra ai Giochi: il più vecchio invece è lo snowboardista 37enne Roland Fischnaller. L'Italia viene dalle 8 medaglie – senza ori – di Sochi ma il presidente del Coni Malagò ha alzato l'asticella, chiedendone almeno 10.
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