Chiamateli leggende: il fattore P dell'Italnuoto promette scintille alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, il binomio Pellegrini-Paltrinieri è la coppia d'assi che dal pulpito di Netanya lancia la propria candidatura ai metalli olimpici.
Clamoroso il ruggito dell'emiliano, che in Europa conferma di non avere rivali nei 1500 stile libero, che da questa settimana sono suoi anche in termini di primato mondiale: dopo l'oro iridato davanti a Jaeger e Cochrane quest'estate – con tanto di record europeo – il carpigiano demolisce anche i dubbi legati da allora alla misteriosa assenza di Sun Yang, leader fino a ieri, inseguitore da oggi.
Quasi mai costretta a rincorrere la Pellegrini, specie nei 200 stile libero, la sua gara, per la quale ha – parole sue – "una vera e propria vocazione".
I suo 1'51''89, col solito finale in modalità motoscafo, tornano a puntare i riflettori sulla più forte nuotatrice italiana di sempre, che in questa specialità può veramente giocarsela con tutte, anche se probante sarà l'esame delle americane: Ledecky su tutte, ma anche Franklin e Schmitt; il paradosso dei Trials – ad Omaha i prossimi – è che una delle tre starà fuori.
La Pellegrini ha già annunciato come dopo Rio saluterà le competizioni: una scelta che tutti ci auguriamo possa essere rivista, specie alla luce di quanto sta facendo Micheal Phelps, tornato sui suoi passi e capace – ieri – dell'ennesima farfalla vincente per il suo 61° titolo americano. Se nemmeno lo Squale di Baltimora – vincente più di ogni altro alle Olimpiadi, con 18 medaglie – ha intenzione di appendere la cuffia al chiodo, le speranze che la Federica nazionale ci ripensi sono più che giustificate.
LP
Clamoroso il ruggito dell'emiliano, che in Europa conferma di non avere rivali nei 1500 stile libero, che da questa settimana sono suoi anche in termini di primato mondiale: dopo l'oro iridato davanti a Jaeger e Cochrane quest'estate – con tanto di record europeo – il carpigiano demolisce anche i dubbi legati da allora alla misteriosa assenza di Sun Yang, leader fino a ieri, inseguitore da oggi.
Quasi mai costretta a rincorrere la Pellegrini, specie nei 200 stile libero, la sua gara, per la quale ha – parole sue – "una vera e propria vocazione".
I suo 1'51''89, col solito finale in modalità motoscafo, tornano a puntare i riflettori sulla più forte nuotatrice italiana di sempre, che in questa specialità può veramente giocarsela con tutte, anche se probante sarà l'esame delle americane: Ledecky su tutte, ma anche Franklin e Schmitt; il paradosso dei Trials – ad Omaha i prossimi – è che una delle tre starà fuori.
La Pellegrini ha già annunciato come dopo Rio saluterà le competizioni: una scelta che tutti ci auguriamo possa essere rivista, specie alla luce di quanto sta facendo Micheal Phelps, tornato sui suoi passi e capace – ieri – dell'ennesima farfalla vincente per il suo 61° titolo americano. Se nemmeno lo Squale di Baltimora – vincente più di ogni altro alle Olimpiadi, con 18 medaglie – ha intenzione di appendere la cuffia al chiodo, le speranze che la Federica nazionale ci ripensi sono più che giustificate.
LP
Riproduzione riservata ©