L’hanno definito “leggenda” quando ancora mancava l’oro con record nella staffetta. Se c’è qualcosa che va oltre la leggenda, ecco lì c’è Usain Bolt. La staffetta padrona è quella della Giamaica con il divino e i suoi fratelli, campionissimi relegati al ruolo di chierichetti dell’officiante Usain. Sono Carter, Frater, Blake, mica tre corridori. Tre proiettili che Bolt ha reso letali. Tre figli di una terra che è serbatoio infinito di gambe veloci. Si canta e si corre, in spiaggia o sulle piste. E i miti dello sport nascono per distruggerne altri. Come la 4x100 americana con i sultani della velocità spiaggiati come cetacei morenti. Archiviati mentre il nuovo re trova anche il modo di litigare con un giudice perché vorrebbe portarsi a casa il testimone e in qualche modo l’onnipotente si scontra con qualcosa che non può fare.
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