E’ il match più triste del mondiale. Tra quelle che hanno sognato fino alla fine, ma che sono cadute all’ultimo gradino. Tra quelle che hanno comprato le casse di champagne e poi hanno staccato il frigo. Che cosa sarà mai un terzo posto al mondiale? Niente. Nessuno dal giorno dopo se lo ricorda più. Anche se Germania e Portogallo hanno più di un motivo per essere orgogliose del proprio cammino. Niente. C’ è una sola poltrona in cima al mondo. Italica o francese, lo sapremo domenica sera. E così la finalina è una partita triste, giocata con la testa altrove. Un pezzo da seconda pagina con tutto il mondo che apre sulla finale che verrà. E’ un peccato per la gioca, perché si merita di più. Un peccato per i tedeschi che non saranno simpatici, ma hanno organizzato un gran mondiale ed è un peccato per Klinsman tecnico sopportato che si è guadagnato sul campo la stima e, dicono, pure la riconferma. Un peccato anche per il Portogallo e per quella maniera così narcisistica di piacersi e far girar la palla. Un peccato per Felipe Scolari che ha insegnato a difendersi al Brasile e che ora esporta l’arte ovunque venga chiamato. Porta i servigi e il mestiere, da buon capitano di Ventura. Portogallo e Germania si giocano un terzo posto che vale meno di zero e mortifica ben oltre i demeriti il loro mondiale, obiettivamente da sette più.
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