Mondiali di calcio e Giochi Olimpici. Tutto in un paio d’anni, dal 2014 al 2016 il Brasile sarà l’ombelico del mondo. Grazie ai grandi numeri, ad un’economia che ha cambiato marcia e ad una parola “crescita” che nella vecchia Europa è ormai un tormentone. Rio si prepara. Molto in anticipo perché c’è tantissimo da fare. Nella zona dove sorgerà il villaggio olimpico, ad esempio, ci sono già squadre di volontari al lavoro. Ufficialmente per ripulire i muri dai graffiti, muri che saranno per lo più abbattuti. Di più, il concetto di lavoro volontario è tutto da comprovare, ci sono comitati che denunciano spese pazze. Comunque il problema sono gli ispettori che il Cio invierà nella città del sogno a metà ottobre. A questa task force il Brasile dovrà presentarsi in regola con i tempi e i primi adempimenti del protocollo. Spifferi di lentezze e progetti solo a metà hanno già attraversato l’oceano, per il momento catalogati alle voce rumors. Il Brasile pulisce i muri, da qualche parte bisogna pur partire. Farlo dalla propaganda è un modo come un altro per stare in corsa. Fosse solo un bluff si scoprirà presto.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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