Sarà la nostalgia, ma ci riprova. Thomas Muster si rimette in gioco con buona dose di coraggio, a quasi 44 anni gli ultimi 10 dei quali passati ad amministrare gli oltre 12 milioni di euro guadagnati in una carriera fantastica. Ha vinto 45 tornei compreso lo slam di Parigi, ha vinto quasi esclusivamente sulla terra e ha costruito di fisico, di volontà e di forza perché Thomas l’austriaco non aveva una grande mano. Tirava forte e rincorreva tutto. Così è arrivato anche alla prima posizione mondiale. Ha giocato il champions tour e insomma Muster faceva il bel signore nella sua Vienna e nessuno avrebbe mai pensato di rivederlo sudare e ricominciare da capo. Spelacchiato e dèmodè, a cercare di onorare qualche wild card concesse alla memoria del campione, a incrociare le racchette e le gambe con i ragazzoni di 20 anni che si ricordano a malapena chi è. Quando a San Marino battè Gaudenzi era il 1995, ora se la vede con un Balleret qualunque e probabilmente finirà lì. Ma un Campione è tale anche nel rimescolare, nel riproporsi, nel ritoccare al ribasso tutti i record. Ma senza campo è dura per tutti, anche per chi è stato Thomas Muster.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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