La salita c'è, ma non si vede. O per lo meno non si sente. Appena un paio di chilometri a nemmeno il 7 per cento di pendenza non può essere presupposto di sconvolgimenti in classifica generale. La giornata diventa così interlocutoria e la tappa se la aggiudica Daniel Martin con un secondo sul francese Latour e 3 sullo spagnolo Valverde. Ma i big non segnano il passo, sono tutti coi primi, dalla maglia gialla di Van Avermaet a Quintana, da Nibali a Landa a Froome. Dove non può farlo il tracciato, a movimentare la corsa sono le cadute e le forature. Ad un certo punto sembra quasi una mano di roulette. Il nome grosso è Dumoulin. Buca a 5,5 dal traguardo la sua sonnacchiuosa ammiraglia fa un comodissimo cambio ruote quasi da allenamento che gli fa perdere 40 secondi e costringe la Sunweb ad aspettarlo e spomparsi per riportalo sotto. Operazione fallita, 53 secondi al traguardo. Anche Fuglsang finisce in un campo, ma rientro aiutato dai compagni e da una lunghissima scia della macchina. e molto dietro macchina. Senza var il danese dell’Astana rientra e chiude coi migliori.
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