Travolta da un solito destino, Pesaro non entra nemmeno in partita e lascia a Bologna una specie di amichevole. La Virtus vince così senza faticare la settima delle ultime otto partite e la chiude in un quarto, il primo, chiuso 30 a 12. E' una vittoria figlia della maggior qualità, ma anche di una maggiore esperienza e compattezza di squadra e se Leka chiedeva ai suoi intensità e applicazione per un finale diverso, a tradirlo stavolta è stata una falsa partenza. Per la Vuelle, inconsistente in avvio e nervosissima nel proseguo, c'è il solo Ancellotti da salvare, mentre Moore alla fine il suo l'ha fatto, ma quando ormai gli avversari erano scappati via. Partenza shock dunque con Bologna che va a gas aperto e Pesaro tossicchia alla periferia di una partita che di fatto guarda di lato. La corsa a due velocità arriva fino ad un imbarazzante 40-15 e a quel punto Ramagli apre le rotazioni e con la panchina in campo si provano nomi e soluzioni futuribili. E' il momento nel quale la Vuelle prova ad accorciare e rientra (per dire) a -19 sulla sirena dell'intervallo lungo. Il rientro sul parquet vede una Bologna che ormai l'ha data su e Pesaro che continua le difficoltose operazioni per far si che il distacco torni nell'alveo dell'umano. Si gioca con la testa sgombra di qua e di là e Ramagli fa in tempo anche ad arrabbiarsi per qualche morbidezza di troppo. Ancellotti e Moore trovano e si trovano, Aradori e Lafayette di là rispingono al mittente i piccoli, piccolissimi segnali di Vuelle. La crisi in casa Pesaro continua, mentre la Virtus che ha decisamente cambiato marcia si candida al ruolo di outsider del campionato.
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