Nel 1946 negli USA fu fondata la BAA (Basketball Association of America), una lega di basket professionistica, il cui scopo era portare il basket nelle grandi arene americane. All’epoca infatti esistevano due leghe professionistiche negli Stati Uniti, la ABL (American Basketball League) e la NBL (National Basketball League), il cui livello di squadre non era necessariamente inferiore a quello della neonata BAA. Nel 1949 la BAA si fuse con la NBL, dando vita alla NBA (National Basketball Association), che tutti noi conosciamo ad ammiriamo pure oggi, come la miglior lega di basket a livello mondiale.
La NBA riconosce come propria la storia della BAA, ma non quella della NBL, infatti nel 1996 festeggiò il cinquantesimo anniversario, premiando i cinquanta suoi migliori giocatori di sempre. Però il nome NBA oggi festeggia il suo settantesimo anniversario; di cose ne sono successe talmente tante, che non basterebbero dieci libri per elencarle tutte, io nel mio piccolo ve ne elencherò alcune. Dopo qualche anno in cui solo atleti bianchi potevano competere, l’accesso fu allargato anche ai neri, che prima dovevano accontentarsi di fare solo gli Harlem Globetrotters, i giocolieri, quindi dopo il dominio dei bianchi George Mikan e Bob Cousy, fu la volta dei centri neri Bill Russell e Wilt Chamberlain, senza dimenticare Elgin Baylor e il bianco Jerry West.
Nel 1967 nacque la ABA (American Basketball Association), un’altra lega professionistica, anche se oggettivamente di livello minore rispetto alla NBA e fu assorbita da quest’ultima dopo nove anni nel 1976; il suo principale protagonista era Julius Erving, l’innovatore del gioco aereo, che si fece strada anche in NBA. Altri grandi nomi da ricordare in ordine abbastanza cronologico sono Kareem Andul Jabbar e Bill Walton. A fine anni 80 la NBA aprì le proprie porte anche ai cestisti stranieri, i cui pionieri ebbero inizialmente difficoltà ad adattarsi, perché non valorizzati a dovere, su tutti Drazen Petrovic e Arvydas Sabonis, che funsero da apripista per i campioni internazionali che avete ammirato negli ultimi anni, Dirk Nowitzki, Pau Gasol, Giannis Antetokounmpo, Nikola Jokic, Joel Embiid, ecc. Vanno citati come grandi ambasciatori del basket a livello mondiale Magic Johnson, Larry Bird, il nigeriano Hakeem Olajuwon e soprattutto Michael Jordan, considerato dalla maggioranza dei critici il più grande giocatore di tutti i tempi e un esempio di attitudine al lavoro e al perfezionismo. Non contento di ciò, Jordan è anche diventato il primo proprietario nero di una franchigia NBA, gli Hornetts. Poi è stata la volta di Shaquille O’Neil, Tim Duncan, Kobe Bryant, fino ad arrivare agli odierni LeBron James, Stephen Curry, Kawhi Leonard, Kevin Durant, e altri ancora. Abbiamo avuto due allenatori italiani in NBA, come assistenti di quello principale, Ettore Messina e Sergio Scariolo, abbiamo avuto un italiano campione NBA e vincitore di una gara del tiro da tre punti in un All Stars Game. Oggi sono 212 i paesi in cui è trasmessa la NBA, in 42 lingue, quindi “Buon settantesimo compleanno NBA!”
Andrea Renzi