La cattiva notizia è la conferma dei due turni di squalifica a Carlos Delfino, la buona notizia è la conferma che contro la Virtus Roma l'assenza del capitano problemi non dà. L'ultima dell'andata di Supercoppa è un tremendo 104-60 sui disastrati capitolini, già privi degli americani, rimasti senza il sammarinese Ygor Biordi e Hadzic infortunati e con 5 giocatori su 9 disponibili nati dal 2000 in poi. Al giro di boa la VL ha 2 vittorie in 3 partite e resta seconda dietro l'imbattuta Sassari, che con Brindisi s'impone 91-89 in un match deciso dall'errore di Harrison sulla sirena. In una partita in ghiaccio già col +24 del riposo lungo, Repesa dà ampio spazio alle seconde e terze linee: ne esce la doppia doppia di Drell – furoreggiante con 22 punti e 10 rimbalzi – mentre tra chi non gioca mai ci sono i 12 di Serpilli – a lungo in campo anche nel primo tempo – e i 10 rimbalzi di Basso.
Come con la DInamo l'avvio pesarese è tutto di Massenat che tra tripla e fughe a canestro firma il 7-0, con la bomba di Robinson a far cifra tonda. Roma resta a secco per quasi 6' e poi dimezza le distanze, ma le statistiche del suo primo quarto – 2 canestri dal campo e 0/5 da fuori – non permettono rimonte. Così al riposo è già +16 VL, lanciata dalle triple di Drell, Robinson e Filloy. A provare a tener dritta la barra per la Virtus ci sono un commovente Baldasso – 14 punti, 10 rimbalzi e 7 assist – Cervi - 10+7 rimbalzi – e il classe 2003 Ticic, top scorer dei suoi a quota 15, ma non basta per imbastire la rimonta. A uccidere definitivamente la sfida è l'esplosione del giocatore più atteso di giornata, Filipovity: l'ungherese – sin qui il meno brillante dei nuovi – infila 9 punti e un assist in rapida successione, tanto che Pesaro prende il largo e tocca anche il +25. Qui la partita è già finita da un pezzo e la ripresa è una lunga agonia romana fino al definitivo +44.