Saranno state la creatività di Spanoulis, le mani caldissime di Papanikolau e Milutinov, ma sulla sconfitta o meglio sulla sparizione di Milano al Pireo si apre una riflessione più ampia. Le tantissime partite ravvicinate e una rotazione non sempre possibile ha portato a fuoco lento ad un certo bollore dei big. Armani dura così un tempo ad Atene, sorretta essenzialmente dagli spazzi di Rodriguez prima e Nedovic poi. Tanta difesa da una parte e dall'altra per un equilibrio che non da l'idea di essere così provvisorio come invece sarà. Alla sirena dell'intervallo lungo Milano ci arriva addirittura +4 frutto comunque essenzialmente di giocate estemporanee e talenti ispirati. Le gambe girano meno del solito e del previsto e restano completamente negli spogliatoi. Sul parquet infatti rientra solo l'Olympiacos che, complice il terzo fallo di Tarczewski, vola via. Pakanikolau è devastante, Spanioulis immarcabile. Armani soffre e specie sotto canestro, sparisce. In poco tempo, troppo poco tempo l'Olympiacos si trova avanti 65-44. Per l'Olimpia è il punto di non ritorno. Poche le energie mentali, zero quelle fisiche e tutto questo mentre il Pireo è il solito inferno e i greci difendono durissimo. Il baratro è sul 71-53 della penultima sirena, punteggio e atteggiamento dal quale si capisce come il quarto sarà un tempo di garbage time. Il naufragio si completa 91-70 e più che i processi è tempo di una domanda. Può una squadra che ha così poco dalle seconde linee ambire a vincere in Italia e provarci in Eurolega?
Milano sparisce al Pireo, l'Olympiacos la travolge 91-70
30 nov 2019
Riproduzione riservata ©