Non avrebbe accettato nè ricordi, nè lacrime. Quindi compie un anno l'ultima battaglia, ma anche l'ultimo sorriso di Alberto Bucci uno che semplicemente aveva troppo da fare per sentirsi ammalato. E così è morto all'attacco come all'attacco ha vissuto 70 anni durante i quali ha avuto modo di lottare, di vincere, di insegnare, di farsi amare e ricordare. Non perchè averlo vicino fosse facile, il contrario. Ma non ascoltarlo era impossibile. Una poliomelite in giovane età gli ha precluso il sogno di giocare a basket e allora ecco studiare da Dido Guerrieri e Dan Peterson, prendere dai grandi e allenare già a trent'anni gente più vecchia di lui. Era la stella della Virtus, era padre buono e domatore di uno spogliatoio di talenti e personalità. Guardava Danilovic negli occhi e lo zittiva. Urlava alla bisogna, ma soprattutto spiegava. E se ha vinto come ha vinto 3 scudetti, 4 coppe italia, 1 supercoppa, se è stato promosso 3 volte in A1 e se ha conquistato un mondiale over, beh non basta. Ha lasciato molto di più. Intanto a Ettore Messina che è nato assistente di Albertone e a tutti quelli che a qualche titolo ne hanno incrociato il cammino. Ora è un sorriso eterno nella hall of fame, oggi manca anche a noi di Rtv che abbiamo avuto il privilegio di lavorarci insieme e siamo finiti spesso vittima sei suoi scherzi. "Stai mollando amico mio..." diceva al primo sguardo rabbuiato e chissà oggi cosa si sarebbe inventato per convincere tutti che combattere il virus è necessario stare a casa. Manca, mancherà, ma diciamo che è stato un bel lusso averlo avuto qui.
Un anno fa moriva Alberto Bucci
9 mar 2020
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