Come da copione, e come troppo spesso accade senza lottare più di tanto, per la VL arrivò la Decima. Sinonimo di trionfo, se letto alla spagnola in quel della Madrid calcistica. Nella Pesaro del basket invece vuol dire cifra tonda di sconfitte consecutive, stavolta un 63-74 contro una Cremona che deve giusto limitarsi al compitino. E a complicare ulteriormente le cose ci sono le contemporanee vittorie di Pistoia e Trieste, con la soglia salvezza che dunque sale a +6.
“Pesaro merita rispetto”, recita lo striscione apparso in una Vitrifrigo Arena sempre più rassegnata al peggio. Dal '73-'74, prima stagione col dettaglio delle classifiche, sono 8 le squadre ad essere partite con un handicap di 10 ko. La speranza è quella di emulare la Reggio Calabria del 2001/2002, unica del lotto ad essersi salvata sul campo nonostante lo 0/12 iniziale. Ma per ciò che si è visto fin qui il rischio concreto è quello di essere una nuova Desio, che nell'89-'90 – mentre la VL vinceva il 2° scudetto - le perse tutte e 30.
Spicca l'ennesimo pessimo rendimento dall'arco, 1/16 nel primo tempo e 4/29 totale. Eppure stavolta non sembrava impossibile, visto che Cremona, spesso e volentieri, si concede lunghi black out. Per esempio nei 3' iniziali, nei quali Pesaro fa poco meglio e va sul 4-0. Dei primi 9 punti biancorossi, 7 sono di Barford, che gioca da solo e infatti somma belle statistiche – 15+11 rimbalzi – a basse percentuali nel tiro dal campo. Ma nonostante la “black star”, gli ospiti piazzano subito il 10-2 del sorpasso, nel secondo quarto vanno a +13 grazie a due bombe di fila di Mathews e nel terzo toccano il +19. Saunders è il top scorer a quota 16, Happ fa un doppio 12 punti/rimbalzi e Ruzzier è prezioso su tutti i fronti.
Nel suo momento più buio Pesaro trova qualche tripla, s'appoggia al trio Mussini/Zanotti/Eboua e nel quarto ritorna a -8, sancito dalle gite in lunetta di Barford. Sarebbe il momento buono per riaprirla, perché Cremona non mette più nemmeno i liberi. Eppure ciò non basta per rimettere in moto una VL incapace di sfruttare l'inerzia favorevole. Così gli ospiti hanno tutto il tempo per riassestarsi e la chiudono con 58” di anticipo, con un'altra tripla di Mathews a sancire il +11 dei saluti.