E' della Juventus, 4-0 alla Lazio, la Supercoppa italiana, per la gioia del suo presidente Andrea Agnelli che in tribuna salta, esulta e si agita come i tantissimi tifosi bianconeri che hanno riempito la loro meta' dello stadio Olimpico. Per il presidente c'e'la soddisfazione di aver inflitto una severa lezione al suo rivale Lotito, e anche di essersi reso conto che la sua Juve e' destinata a dominare un altro campionato, se questi sono i presupposti. La squadra di Antonio Conte, che non ha smesso di agitarsi a bordo campo nemmeno dopo la quarta rete dei suoi, ha vinto con un inizio di ripresa micidiale per la Lazio, che dopo aver chiuso il primo tempo sotto di un gol (realizzato da Pogba appena 2'35'' dopo essere entrato in campo al posto dell'infortunato Marchisio) ne ha incassati tre nel giro di nemmeno cinque minuti, dal 7' al 12' del secondo tempo. Ma soprattutto la Juve si e' imposta perche', semplicemente, e' una squadra migliore della Lazio, dal punto di vista fisico (qui la differenza e' stata a tratti straripante) e tecnico, con un Vucinic che ha deliziato la platea con i suoi assist di tacco e con un Lichtsteiner, ex di turno mai abbastanza rimpianto, irrefrenabile sulla fascia destra. L'unico a non aver brillato particolarmente e' stato, fino al momento del suo gol, proprio il nuovo acquisto, e presunto top player, Tevez, che pero' dopo il gol si e' dato da fare anche lui, muovendosi bene e ''rischiando'' di segnarne altri. Insomma, dopo un primo tempo in cui la Juve era stata superiore, ma nel quale una Lazio era rimasta in partita pur tirando poco in porta (Klose e' troppo isolato), grazie a un Lulic formato derby e nonostante un Hernanes in giornata a dir poco negativa, nei secondi 45' non c'e' stata partita e sul terreno dell'Olimpico c'e' stata una squadra sola. La Lazio ha fatto la figura di un pugile 'groggy' completamente in balia dell'avversario, e l'unica faccia triste della Juve, mostrata da telecamere e monitor, e' stata quella di Llorente in panchina. I campioni d'Italia sono andati in vantaggio al 23' con una bella girata di sinistro di Pogba su azione nata da una punizione dal limite che Pirlo, invece di calciare in porta, aveva trasformato in assist per Lichtsteiner. Lo svizzero ex laziale ha messo lo zampino anche nei successivi gol della sua squadra. Infatti al 7' della ripresa, in fulminea azione di ripartenza, ha messo in mezzo all'area un cross che l'accorrente Chiellini, solo nelle praterie lasciate libere dalla difesa della Lazio, ha trasformato nel 2-0. Poi l'elvetico ha segnato lui stesso, 'tagliando' il reparto arretrato rivale dopo un assist di tacco di Vucinic. E anche il 4-0 e' nato da un tiro di Lichtsteiner, respinto da Marchetti, ripreso da Pogba, respinto ancora dal portiere laziale che nulla ha potuto fare quando, sulla sua ribattuta, Pogba ha servito Tevez per un tiro a quel punto imparabile. Quando e' stato sostituito lo svizzero e' stato sonoramente fischiato dal suo ex pubblico e lui ha risposto esultando con il pugno alzato verso la curva juventina e urlando la propria gioia. A tutto cio', e ad altre azioni di una Juve gia' tonica e veloce (con Pirlo che pero' e' calato troppo nel finale, perdendo qualche pallone di troppo), poco ha potuto opporre la Lazio, se non le due occasioni avute da Klose nel giro di 4 minuti dal 25' al 29' st: una l'ha fallata, sull'altra e' stato fermato da Buffon in uscita. Insomma, i biancocelesti non hanno avuto neppure la soddisfazione della rete della bandiera e tornano a Formello con la certezza di dover lavorare ancora molto, e che c'e' bisogno di rinforzi sul mercato, in attacco e difesa. Ma qui deve pensarci Lotito, il grande sconfitto di stasera.
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