Nemmeno Giuliano Amato, capostipite dei “lacrime e sangue” osò toccare il pallone. Erano forse altri tempi, e adesso la crisi punge. Ma Francois Hollande picchia duro sui paperoni, artisti e calciatori compresi. Annuncia un biennio di sacrifici e colpisce con un’aliquota del 75 per cento gli emolumenti di chi guadagna oltre il milione di euro. La festa è davvero finita e chissà se gli sceicchi investiranno ancora e come la geografia del pallone cambierà. In Francia, paese non a fiscalità leggera, i superricchi passano dal 40 al 75 per cento di prelievo. L’Europa combatte e taglia i privilegi dell’ex mondo dorato. La Spagna ha abolito la legge Beckham, quella che scritta per portare cervelli sopraffini e utilizzata per l’operazione per lo spice boy al Real a fiscalità agevolata. In controtendenza, succede spesso, la sola Inghilterra che passa dal 50 al 45, in Germania al 45, in Italia al 43. Il nuovo vero paradiso pedatorio è la Russia. Si possono comprare star versando all’erario un modesto 13 per cento. Mosca sarà la nuova America dei calciatori.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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