''Mi rimetto al lavoro''. Lotito l'aveva annunciato ed è stato di parola. Ma in casa Lazio non si è ancora sbloccata la questione allenatore. Tre giorni dopo l'annuncio della nomina di Vladimir Petkovic alla guida della nazionale Svizzera, il bosniaco rimane al momento il tecnico della Lazio. Uno stallo dovuto più alla pausa di riflessione che si è concessa la società piuttosto che alla volontà di proseguire insieme fino alla scadenza naturale del contratto prevista per giugno. Lotito, infatti, si sente tradito dall'allenatore di Sarajevo che aveva assicurato a stampa e dirigenza di avere nei suoi pensieri soltanto la Lazio, quando invece già dal 16 dicembre si era accordato con la federazione rossocrociata. Avrebbe voluto le sue dimissioni, ma Petkovic ha fatto sapere di essere pronto (auspicando magari l'esonero) a riprendere gli allenamenti, dopo le vacanze natalizie. E' però praticamente impossibile che ciò accada: è più probabile invece che il braccio di ferro tra le parti (che si potrebbe risolvere con una buonuscita del club) finisca in tribunale. Tuttavia l'annuncio dell'esonero non è ancora arrivato. ''La squadra torna ad allenarsi lunedì 30 e quindi una scelta tra ieri e oggi sarebbe stata ininfluente", spiegava il patron nascondendo l'incertezza della dirigenza che si ritrova sfogliare la rosa dei possibili sostituti: da Edy Reja a Giovanni Trapattoni, passando per Mimmo Di Carlo. Nomi che però non convincono del tutto. La società quindi continua a guardarsi intorno. E dall'Inghilterra spunta a sorpresa la candidatura dell'ex Roberto Di Matteo che si aggiunge a quella dell'olandese Guus Hiddink: due tecnici che però non intendono essere dei 'traghettatori' sino a fine stagione, quando Murat Yakin, del Basilea, dovrebbe arrivare a Roma per un progetto di rilancio a lungo termine (almeno un biennale). Tuttavia con il passare delle ore salgono le quotazioni di Reja che conosce l'ambiente (ha allenato i biancocelesti dal febbraio 2010 sino al giugno 2012) e che attende soltanto una chiamata dal numero uno laziale per pianificare il suo ritorno. Si accontenterebbe di sei mesi di contratto: gli basterebbero per prendersi la rivincita su chi l'ha criticato e oggi lo attende e lo invoca per risollevare una Lazio sprofondata a Verona ma comunque in corsa in Europa e pronta a difendere la Coppa Italia vinta nella passata stagione. Un bellissimo ricordo, quello del 26 maggio, frutto di una storia d'amore tra Petkovic e la Lazio che probabilmente troverà il suo epilogo in un'aula di tribunale.
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