Il Rimini non prenderà parte alla Lega Pro unica: non una scelta dettata dalla società, piuttosto dovuta a un documento ufficiale della Lega e datato 3 giugno 2014 che descrive i criteri legati alla procedura di ripescaggio. Gli stessi che al punto 4 comma d escludono dal pool società che nei cinque anni precedenti abbiano già ottenuto un ripescaggio. Il Rimini, esattamente quattro anni fa, ne usufruì; il che - di fatto - taglia fuori i romagnoli da ogni possibilità residua.
Nell'esplosiva conferenza stampa indetta dal presidente Fabrizio De Meis per questo pomeriggio, sono stati tanti i temi trattati, a partire dall'attacco diretto a chi ha divulgato informazioni non corrette: "Il Rimini non ha mai rinunciato al ripescaggio - sottolinea il numero uno biancorosso. Il Rimini non può essere ripescato, cosa molto diversa. La società che rappresento deve riportarsi a documenti ufficiali e non alle indiscrezioni dei giornalisti". Riferimento nemmeno troppo velato al collega della Gazzetta dello Sport che nei giorni scorsi ha sottolineato le ampie possibilità di rivedere il Rimini tra i professionisti l'anno prossimo, "non-notizia" poi ripresa da altre testate locali.
Fabrizio De Meis, nel citare il documento di cui sopra, sottolinea come il Rimini - in data 2 luglio 2014 - abbia inviato un documento allo studio legale della Lega in cui avanzava la richiesta di una riconsiderazione della posizione della società romagnola in vista dei ripescaggi, sulla base di consulenze di esperti di diritto sportivo. Una domanda consegnata al vento, perché ad oggi - la Lega - non ha ancora risposto alle legittime domande del Rimini, che ieri - giunto alla vigilia del raduno - ha deciso di svoltare in direzione Serie D: "Abbiamo portato avanti due mercati diversi parallelamente, perché non sapevamo in quale campionato avremmo giocato l'anno prossimo; questo è il motivo per il quale fino al 23 luglio avevamo ingaggiato solo sei giocatori. La regole di Lega Pro e Serie D sono molto diverse a livello di rosa: nei dilettanti non ci sono limiti o medie età, col solo obbligo di rispettare le presenze degli Under. Cosa che non esiste in Lega Pro, dove la regola si rifà ad una media di età. Giunti a meno di 24 ore dalla partenza per il ritiro di Norcia, ci siamo dovuti rassegnare all'impossibilità di perseguire la strada del ripescaggio che - sia chiaro - abbandoniamo non per nostra volontà, ma per precisi dettami regolamentari. Sarebbe un controsenso rinunciare ad un campionato professionistico e ai relativi contributi e che comporta per le formazioni ripescate solo un pagamento a fondo perduto di 100.000 euro oltre alle ben note fidejussioni, optando piuttosto per una Serie D dai costi ben più alti".
Da oggi il Rimini sa quale sarà il suo futuro a breve termine ed obiettivi correlati: cercare di vincere il campionato di Serie D. La società si muoverà ora in questa direzione, gestendo pure il mercato con tale proposito: annunciata tra l'altro l'ufficialità di Gerardo Masini, attaccante argentino da cui i biancorossi si aspettano tanto. Nei prossimi giorni sarà svelato anche il nome del nuovo Direttore Generale. Il Rimini riparte da qui, da un'amara certezza. Ma pur sempre una certezza.
LP
Nell'esplosiva conferenza stampa indetta dal presidente Fabrizio De Meis per questo pomeriggio, sono stati tanti i temi trattati, a partire dall'attacco diretto a chi ha divulgato informazioni non corrette: "Il Rimini non ha mai rinunciato al ripescaggio - sottolinea il numero uno biancorosso. Il Rimini non può essere ripescato, cosa molto diversa. La società che rappresento deve riportarsi a documenti ufficiali e non alle indiscrezioni dei giornalisti". Riferimento nemmeno troppo velato al collega della Gazzetta dello Sport che nei giorni scorsi ha sottolineato le ampie possibilità di rivedere il Rimini tra i professionisti l'anno prossimo, "non-notizia" poi ripresa da altre testate locali.
Fabrizio De Meis, nel citare il documento di cui sopra, sottolinea come il Rimini - in data 2 luglio 2014 - abbia inviato un documento allo studio legale della Lega in cui avanzava la richiesta di una riconsiderazione della posizione della società romagnola in vista dei ripescaggi, sulla base di consulenze di esperti di diritto sportivo. Una domanda consegnata al vento, perché ad oggi - la Lega - non ha ancora risposto alle legittime domande del Rimini, che ieri - giunto alla vigilia del raduno - ha deciso di svoltare in direzione Serie D: "Abbiamo portato avanti due mercati diversi parallelamente, perché non sapevamo in quale campionato avremmo giocato l'anno prossimo; questo è il motivo per il quale fino al 23 luglio avevamo ingaggiato solo sei giocatori. La regole di Lega Pro e Serie D sono molto diverse a livello di rosa: nei dilettanti non ci sono limiti o medie età, col solo obbligo di rispettare le presenze degli Under. Cosa che non esiste in Lega Pro, dove la regola si rifà ad una media di età. Giunti a meno di 24 ore dalla partenza per il ritiro di Norcia, ci siamo dovuti rassegnare all'impossibilità di perseguire la strada del ripescaggio che - sia chiaro - abbandoniamo non per nostra volontà, ma per precisi dettami regolamentari. Sarebbe un controsenso rinunciare ad un campionato professionistico e ai relativi contributi e che comporta per le formazioni ripescate solo un pagamento a fondo perduto di 100.000 euro oltre alle ben note fidejussioni, optando piuttosto per una Serie D dai costi ben più alti".
Da oggi il Rimini sa quale sarà il suo futuro a breve termine ed obiettivi correlati: cercare di vincere il campionato di Serie D. La società si muoverà ora in questa direzione, gestendo pure il mercato con tale proposito: annunciata tra l'altro l'ufficialità di Gerardo Masini, attaccante argentino da cui i biancorossi si aspettano tanto. Nei prossimi giorni sarà svelato anche il nome del nuovo Direttore Generale. Il Rimini riparte da qui, da un'amara certezza. Ma pur sempre una certezza.
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