Senza anima e senza spirito. Gli appelli alla Braveheart del Presidente Danilo Pretelli sono caduti nel vuoto: la squadra non ha recepito ed ha gettato al vento l'ennesima possibilità di posticipare le vacanze. Il primo tempo di ieri ha evidenziato la resa, in chiave play off, di una squadra che così costruita, non poteva andare oltre. Sono crollati gli uomini chiave da Fogacci a Poletti, Pacciardi, Doumbia, Coda che avrebbero avuto bisogno di tirare il fiato, il problema è che Acori non poteva permettersi il lusso di rinunciarvi. Il San Marino negli undici poteva essere anche in grado di competere, nei 22-24 no, troppa la differenza tra titolari e non. Inoltre, nell'ultima fase qualche errore di valutazione, è stato commesso. Netta la spaccatura tra i contenti, quelli che metteranno in evidenza una stagione, la migliore in assoluto del San Marino in prima divisione, e gli scontenti, quelli che volevano i play off che erano li, a portata di mano ed invece vivranno i prossimi 180 minuti in costume da bagno. La società a fine Aprile, può già progettare il futuro, tra l'altro con la permanenza in Prima Divisione, e l'imminente riforma dei campionati, il Titano ha i prossimi due anni garantiti in terza serie italiana. Il problema è: quale società?
Lorenzo Giardi
Lorenzo Giardi
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