Tre anni e sei mesi di carcere per frode fiscale è la sentenza inflitta al Presidente del Bayern Monaco, Uli Hoeness, il quale si era autodenunciato per evitare sanzioni penali, ma l'accusa non ha ritenuto valida l'autodenuncia considerandola un atto avvenuto solo in conseguenza all'interesse mediatico mostrato sul caso. La legislazione tedesca permette a chi fa autodenuncia di evitare procedimenti penali. La difesa del patron bavarese ha riconosciuto i 27 milioni di euro di evasione, ma l'accusa non accetta l'autodenuncia, considerandola tardiva. Si attendono eventuali ricorsi. Per il 62enne ex capitano della nazionale tedesca una condanna limitata rispetto alla richiesta del procuratore Achim von Engel valutabile in cinque anni e mezzo per il mancato versamento di tasse per 27,2 milioni di euro grazie a un conto segreto in Svizzera. Adesso Hoeness e i suoi legali hanno una settimana di tempo per presentare ricorso. Tre giorni fa, davanti alla corte, Hoeness, proprietario di un'azienda che si occupa di salsicce e salumi, aveva ammesso che "scommetteva" in modo folle su titoli azionari e valute estere con ingenti movimenti di denaro. La difesa si era rimessa alla clemenza della corte ricordando che il numero uno del Bayern si era costituito spontaneamente a gennaio ammettendo le sue responsabilità, ma il giudice Rupert Heindl ha usato ugualmente la mano pesante. Secondo, il pm, la confessione di Hoeness è arrivata solo perché il suo stato di evasore e l'entità della somma negata al fisco sarebbero stati sul punto di essere completamente svelati dalle indagini.
Lorenzo Giardi
Lorenzo Giardi
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