Cinque mesi dopo La Fiorita è di nuovo in finale, nel nuovo formato del Trofeo Federale, ribattezzato in maniera più appropriata Supercoppa Sammarinese. Dall’altra parte la squadra con lo scudetto sul petto, la squadra da battere. È già in testa al suo girone – dopo tre partite – il Tre Penne, guidato dal nuovo allenatore /giocatore Tamburini che da Stefano Ceci ha ereditato una formazione finalmente vincente oltre che spettacolare. La rincorsa al titolo dei biancazzurri è partita da lontano, vincendo finalmente il braccio di ferro con il Tre Fiori prima di alzare il Trofeo nella notte del 30 maggio, per la prima volta nella sua storia. E se interpreti e filosofia rimarranno quelli che hanno caratterizzato gli ultimi anni della squadra di Città, c’è da aspettarsi che quella non rimanga l’ultima gioia.
Di rincorse disperate ne sa qualcosa La Fiorita, che nella pirotecnica finale di Coppa Titano contro il Pennarossa si è ripresa un trofeo che mancava da 26 anni sulla bacheca gialloblù di Montegiardino, rispolverando orgogliosamente un palmarès che dal 1990 non è stato più aggiornato.
C’è tutto in questa sfida tra squadre ambiziose e sicure protagoniste della stagione alle porte: in particolare dalla metà campo in su si affrontano i migliori incursori del nostro campionato: Cibelli e Nanni da una parte, Parma e Ceci dall’altra. Le prime punte promettono gol e sostanza: la sfida ad alta quota tra Rinaldi e Pignieri è il succo del match. Le difese, solidissime, non ammettono sbavature. Gli esterni difensivi sono tra i migliori in circolazione nel campionato nostrano, così come gli estremi difensori: gli interventi di Valentini e Montanari potrebbero indirizzare il Trofeo verso l’una o l’altra bacheca. La sfida Italia – San Marino in mezzo al campo promette scintille: la vena realizzativa di Rossi combinata all’esperienza e alla qualità di Gasperoni. La tecnica del trio Cavalli, Bellocchi, Mottola dell’altro. Ventidue interpreti per un trofeo, ventidue combattenti a caccia dello stesso risultato: scrivere il proprio nome nella storia del calcio sammarinese, nella storia – che nasce oggi – della Supercoppa.
Luca Pelliccioni
Di rincorse disperate ne sa qualcosa La Fiorita, che nella pirotecnica finale di Coppa Titano contro il Pennarossa si è ripresa un trofeo che mancava da 26 anni sulla bacheca gialloblù di Montegiardino, rispolverando orgogliosamente un palmarès che dal 1990 non è stato più aggiornato.
C’è tutto in questa sfida tra squadre ambiziose e sicure protagoniste della stagione alle porte: in particolare dalla metà campo in su si affrontano i migliori incursori del nostro campionato: Cibelli e Nanni da una parte, Parma e Ceci dall’altra. Le prime punte promettono gol e sostanza: la sfida ad alta quota tra Rinaldi e Pignieri è il succo del match. Le difese, solidissime, non ammettono sbavature. Gli esterni difensivi sono tra i migliori in circolazione nel campionato nostrano, così come gli estremi difensori: gli interventi di Valentini e Montanari potrebbero indirizzare il Trofeo verso l’una o l’altra bacheca. La sfida Italia – San Marino in mezzo al campo promette scintille: la vena realizzativa di Rossi combinata all’esperienza e alla qualità di Gasperoni. La tecnica del trio Cavalli, Bellocchi, Mottola dell’altro. Ventidue interpreti per un trofeo, ventidue combattenti a caccia dello stesso risultato: scrivere il proprio nome nella storia del calcio sammarinese, nella storia – che nasce oggi – della Supercoppa.
Luca Pelliccioni
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