Settimana corta di Dakar, 5 tappe, ma dura, durissima. A tratti spietata. L'edizione peruviana sta mettendo a dura prova tutti, che ci si trovi su auto, moto, camion o quad che sia. L'ultima tappa, con arrivo ad Arequipa, si è corsa quasi interamente nel deserto e, per un momento, si è tornati con il pensiero alle edizioni vintage del Senegal, quando ancora era la Parigi-Dakar.
Quinta tappa che ha rimesso in corsa Sebastian Loeb nella generale delle auto. Venerdì tutti lo davano spacciato, sabato l'alsaziano è partito con il coltello tra i denti. Voleva vincere e ha vinto, dando 10 minuti ad Al-Attiyah e 26 a Peterhansel. Uno schiaffo non da poco a due mostri sacri della Dakar che sanno cosa sia capace di fare Loeb, uno che ha vinto 9 mondiali WRC consecutivi. Il qatariota rimane davanti a tutti nella generale, Peterhansel segue a 25 minuti, Roma a 35 e Loeb a 40. Con cinque tappe ancora da correre, è ancora tutto maledettamente aperto.
Così come nelle moto. Dal primo della generale, Ricky Brabec, al sesto, Adrien Van Beveren, ci sono 6 minuti e mezzo. Le KTM sono tutte li, e non potrebbe essere altrimenti: la casa austriaca ha dominato le ultime 17 edizioni della Dakar e punta con decisione al diciottesimo successo consecutivo con Sam Sunderland, secondo, Toby Price, quarto, e Matthias Walkner, quinto. A dar fastidio c'è anche il cileno Quintanilla che, dopo una buona partenza, si è un po' perso ma rimane appaiato alla vetta, con 3 minuti di ritardo.
Dopo la giornata di pausa, casco in testa e si riparte con una delle tappe più impegnative del rally raid. Si va da Arequipa a San Juan de Marcona, 810km per le auto con 309 di speciale e ben 838 per le moto, di cui 336 cronometrate. Ancora una settimana alla fine della corsa più dura del mondo; il 17 gennaio, a Lima, si scriverà l'ennesima storia della Dakar.
AC
Quinta tappa che ha rimesso in corsa Sebastian Loeb nella generale delle auto. Venerdì tutti lo davano spacciato, sabato l'alsaziano è partito con il coltello tra i denti. Voleva vincere e ha vinto, dando 10 minuti ad Al-Attiyah e 26 a Peterhansel. Uno schiaffo non da poco a due mostri sacri della Dakar che sanno cosa sia capace di fare Loeb, uno che ha vinto 9 mondiali WRC consecutivi. Il qatariota rimane davanti a tutti nella generale, Peterhansel segue a 25 minuti, Roma a 35 e Loeb a 40. Con cinque tappe ancora da correre, è ancora tutto maledettamente aperto.
Così come nelle moto. Dal primo della generale, Ricky Brabec, al sesto, Adrien Van Beveren, ci sono 6 minuti e mezzo. Le KTM sono tutte li, e non potrebbe essere altrimenti: la casa austriaca ha dominato le ultime 17 edizioni della Dakar e punta con decisione al diciottesimo successo consecutivo con Sam Sunderland, secondo, Toby Price, quarto, e Matthias Walkner, quinto. A dar fastidio c'è anche il cileno Quintanilla che, dopo una buona partenza, si è un po' perso ma rimane appaiato alla vetta, con 3 minuti di ritardo.
Dopo la giornata di pausa, casco in testa e si riparte con una delle tappe più impegnative del rally raid. Si va da Arequipa a San Juan de Marcona, 810km per le auto con 309 di speciale e ben 838 per le moto, di cui 336 cronometrate. Ancora una settimana alla fine della corsa più dura del mondo; il 17 gennaio, a Lima, si scriverà l'ennesima storia della Dakar.
AC
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