L'ennesima pagina di storia di una carriera infinita: Paolo Andreucci fa 13 in Italia, nessuno come lui. Per il pilota garfagnino è il secondo successo consecutivo nel Campionato Italiano Terra. Un ritmo insostenibile per tutti i rivali di Andreucci che ha conquistato le prime 4 gare del tricolore – in Val d'Ocia, all'Adriatico, a San Marino e ai Nuraghi – e poi si è “accontentato”, se così si può dire, della seconda piazza al Rally delle Marche per garantirsi la conquista matematica del titolo con una gara d'anticipo. A questo punto il Rally del Brunello del 10 e 11 dicembre sarà solo una passerella trionfale – in casa, oltretutto, in Toscana – per un pilota che ha riscritto la storia dei rally in territorio italiano. Per Andreucci, una vita in Peugeot, anche la soddisfazione di ripetersi con la Skoda Fabia dopo il successo dello scorso anno. Bastava il terzo posto per laurearsi campione, Andreucci ha voluto di più cercando il quinto sigillo stagionale dopo una bella battaglia con Alberto Battistolli. La vittoria però è andata al giovane figlio d'arte che, dopo ottime prestazioni nell'Europeo, è tornato nel CIRT facendo fin da subito la voce grossa sugli sterrati di Cingoli. Per il 24enne vicentino – al volante di una Skoda Fabia - gran parte del vantaggio è stato accumulato nel primo giro di prove speciali, poi la gestione fino al nono e ultimo stage. Potevano solo vincere e sperare, invece, i due grandi rivali di Andreucci per lo Scudetto: Enrico Oldrati, sempre su Skoda, ha chiuso sul gradino più basso del podio a 12 secondi di ritardo da Battistolli complice anche una scelta errata di pneumatici quando, nell'ultimo trittico, è arrivata la pioggia mentre Giacomo Costenaro ha terminato alle sue spalle, a 17 secondi dal vertice. Dominio Skoda nella top ten, nel quale si è inserito con autorità anche il sammarinese Jader Vagnini ottavo assoluto ed ora sesto in classifica nel Tricolore Terra davanti al connazionale Daniele Ceccoli.
