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Cracovia, la città dei tormenti che guarda al futuro

di Roberto Chiesa
24 giu 2023

Fuori dagli impianti, quasi tutti datati ma tenuti bene, Cracovia è una città onesta. Offre arte e storia a turisti della prima e dell'ultima ora. Accoglie. Scorre, come la Vistola che è un po' Senna e un po' campagna e che comunque scorre placida a fare paesaggio e autostrada per i battelli che la solcano. E' la città d'adozione di Copernico e Papa Wojtyla. Prima Russia, poi Prussia fino al Terzo Reich questa terra ha sempre subito i pruriti espansionistici dei vicini di casa, lo ha fatto agonizzando e rinascendo un po' di volte, lo ha fatto senza cancellare la memoria, solo sforzandosi di guardare avanti. E quando scende la sera, Cracovia straripa. La piazza della Città Vecchia è così bella e così viva che perdersi è un attimo. Per turisti e cittadini è un museo a cielo aperto. Una cavalcata tra storia e futuro. Giochi, passeggiate e considerazioni. Quando viene la notte Cracovia regala sorrisi di ogni tipo e insomma volendo c'è sempre qualcosa da fare. La storia no, non si cancella. E Auschwitz-Birkenau è frullatore che rimescola il passato con la coscienza, il fegato, il cervello, gli occhi, il cuore. Prende la testa e le gambe. Ha fatto tutto l'uomo, da solo. Il resto è commozione, rabbia, vergogna, silenzio e rumore.





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