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CSdL: “Alcune priorità per il paese: le nostre proposte”

25 set 2016
CSdL: “Alcune priorità per il paese: le nostre proposte”
LA SITUAZIONE POLITICA
Da molti mesi il paese è sostanzialmente in preda ad una paralisi politica causata dalle continue fibrillazioni dei partiti, che fin da molto prima della recente crisi di governo si sono concentrati prevalentemente sulle proprie strategie elettorali, piuttosto che sulle risposte da fornire ai problemi dei cittadini, ad iniziare dalla grave emergenza occupazionale.
Il paese di fatto non è stato governato, e in questo modo San Marino ha continuato nella sua pericolosa corsa verso la deriva. Se il sistema politico continuerà a rimandare le riforme sociali e le scelte di sviluppo, trasparenza e coesione che servono al paese, ciò finirà per ripercuotersi soprattutto sui giovani, che nei prossimi anni rischiano di trovarsi con ben pochi sbocchi e opportunità lavorative.
Per compiere queste necessarie politiche complessive di rilancio del paese, a nostro avviso occorre un’ampia condivisione e sostanziali convergenze da parte delle forze politiche; fatto, questo, che richiama ad un forte senso di responsabilità che stentiamo a intravedere, mentre continua la logica della divisione e della frammentazione. È nostra opinione che la gravità e l’urgenza di alcune problematiche di cui soffre il paese debbano diventare il terreno di confronto tra le parti sociali e i partiti, movimenti e coalizioni che si presenteranno alle elezioni parlamentari. A questo proposito, auspichiamo che si realizzi una maggiore rappresentanza di genere.

IL PROGETTO DI SVILUPPO PER SAN MARINO
Noi abbiamo individuato alcune priorità che il prossimo governo dovrà necessariamente affrontare per cercare di invertire la parabola di declino che ha imboccato il nostro paese, tra cui la questione occupazionale per la quale sono attesi progetti di sviluppo che poggino su solide basi dell’economia reale, della qualità dei servizi e dei prodotti, dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità ambientale, consolidando la tutela dei diritti dei lavoratori che della ripresa dello sviluppo dovranno essere protagonisti.
Occorre fronteggiare la sempre più grave emergenza occupazionale con un concreto piano di rilancio economico, che favorisca nuovi insediamenti imprenditoriali capaci di creare posti di lavoro qualificati per le giovani generazioni, anche attraverso una semplificazione della burocrazia e la promozione di San Marino nel contesto internazionale. Al contempo va portata avanti una lotta senza quartiere al lavoro nero, trasformando i posti di lavoro irregolari in occupazione regolare e tutelata.
Linfa vitale deve essere rappresentata dalla formazione, per preparare i giovani al mondo del lavoro e per riqualificare e/o riconvertire le professionalità di chi ha perso l’occupazione. Un contributo essenziale al rilancio del paese è la piena e completa applicazione della nuova legge sulla rappresentatività (L. n. 59/2016), che ha rimesso al centro il diritto del lavoro, precedentemente messo in discussione dalla presenza di più contratti nello stesso settore, fatto questo che costituiva un fortissimo disincentivo a nuovi investimenti nel paese.
Condizione imprescindibile per lo sviluppo sono la legalità e la certezza del diritto, che rappresentano anche un decisivo fattore competitivo. Quindi, sul piano giudiziario, la Magistratura va sostenuta nel fare piena luce sulle vicende di corruzione e malaffare che hanno caratterizzato il sistema politico ed economico, per punire adeguatamente le responsabilità che saranno accertate, per rendere il paese veramente pulito e trasparente. Confidiamo che il processo sul conto Mazzini giunga in tempi brevi alla sua conclusione.
Sul piano economico, occorre che gli investimenti siano favoriti e tutelati da solide regole democratiche certe, le quali non consentano il ripetersi di provvedimenti ad hoc, che danno l’immagine di un Paese non affidabile. Elemento altrettanto indispensabile è la ricerca di una maggiore integrazione con l’Unione Europea, per dare alle giovani generazioni e all’intero paese nuove occasioni e opportunità. In tal senso occorre che il nuovo quadro di Governo riprenda seriamente e attivamente l’iniziativa.

IL SISTEMA BANCARIO
Il sistema creditizio sammarinese è stato falcidiato dalla crisi, tanto che la raccolta bancaria rispetto al 2008 si è più che dimezzata, provocando una forte contrazione delle risorse verso il bilancio dello Stato, e rendendosi responsabile di una gestione per così dire “spavalda” delle politiche di credito. Oggi quello del comparto bancario è, a pieno titolo, il problema dei problemi, in quanto per le sue difficoltà interne non è in grado di sostenere il sistema economico con un’attività creditizia adeguata, e al tempo stesso non è in grado di offrire garanzie di affidabilità ai risparmiatori. Lo Stato e il paese hanno fatto e stanno facendo grandi sforzi per tenere in vita un sistema bancario così in difficoltà, sul quale grava una mole di crediti non esigibili valutata dal FMI intorno ai due miliardi di euro. Pertanto si pone il problema di come le stesse banche possano consolidare la loro situazione economica e patrimoniale.
Serve una operazione verità rispetto ad una esigenza più volte sollevata, quella di conoscere i reali proprietari delle banche, come previsto da alcune norme dello Stato, rimaste inapplicate. Al contempo è necessario conoscere a quanto ammontano realmente e a chi sono riconducibili i cosiddetti crediti inesigibili, mettendo in atto le necessarie azioni per recuperare il più possibile queste risorse.
Dunque occorre assumere decisioni molto delicate quanto rigorose. Noi riteniamo che i management degli istituti maggiormente in difficoltà non siano oggettivamente nelle condizioni di governare questa fase transitoria e di riassetto per mettere in piena sicurezza il sistema. In una fase difficile come questa, è ancor più importante il ruolo di vigilanza e garanzia di Banca Centrale, a tutela del risparmio dei cittadini.
Il settore bancario dovrà essere ricapitalizzato attraverso la sua internazionalizzazione, creando le condizioni affinché a San Marino possano insediarsi gruppi bancari di valore internazionale, capaci di destinare il credito necessario per favorire l’implementazione di importanti progetti imprenditoriali. Ciò eviterebbe altresì il ripetersi della concessione di crediti sulla base di “conoscenze personali”, spesso svincolate dalle reali garanzie del richiedente, come accade frequentemente nelle piccole comunità. Inoltre, deve essere assicurata in tempi rapidi la piena operatività della centrale rischi.
Non è ipotizzabile che lo Stato e la collettività vengano chiamati all’infinito a compiere interventi di salvataggio del sistema bancario, che costa moltissimo alla collettività in termini di impoverimento dei bilanci del paese.

IL BILANCIO PUBBLICO

Il debito dello Stato ammonta a 280 milioni di euro, ed è stato in gran parte contratto per salvare le banche (circa due terzi). Per invertire questa tendenza, occorre in primo luogo definire una strategia, attraverso economie di scala, e ridurre le aree di spreco e le inefficienze, ad iniziare da un’attenta verifica degli appalti di opere e servizi pubblici a soggetti privati. Le poche riforme ad oggi realizzate vanno consolidate e completate, e ciò a partire dalla riforma tributaria, rafforzando ulteriormente lo strumento della Smac, che ha le potenzialità per fare luce sui redditi reali delle attività economiche, realizzando maggiori introiti per lo Stato. È infatti inverosimile che circa il 50% delle imprese non producano reddito e solo circa il 20% in misura superiore a 30.000 euro annui. Per questo, va contrastato chi sostiene che la SMAC debba essere solo strumento di incentivo ai consumi e non anche della loro quantificazione.
Vanno altresì attuati più controlli, anche attraverso la possibilità, per i soggetti preposti, di accedere liberamente alla verifica dei movimenti bancari e finanziari. Inoltre, l’accertamento dei redditi e dei patrimoni dovrebbe essere funzionale ad un riequilibrio degli ammortizzatori sociali e, più in generale, delle politiche redistributive. Va altresì perfezionato il pacchetto fiscale con la riforma della tassazione indiretta; occorre in tal senso definire al più presto le scelte sull’IGC. L’economia produttiva di San Marino ha necessità di uniformare il proprio regime di imposte indirette al resto dell’Europa e del mondo intero. Al contempo l’introduzione della IGC non deve tradursi in un aumento dei prezzi per i cittadini utenti, prevedendo aliquote competitive.
Per aumentare gli introiti dello Stato, va anche considerata la possibilità di una imposta patrimoniale sulle grandi concentrazioni immobiliari e sugli immobili inutilizzati. Il nuovo Governo dovrà dare attuazione all’impegno già assunto di realizzare opere pubbliche per il paese, utilizzando lo stanziamento previsto di 30 milioni di euro, per stimolare e dare impulso al nostro sistema economico.
Il raggiungimento di un bilancio pubblico con i conti in ordine rappresenta un elemento fondamentale di attrattività per gli investitori, oltre che una garanzia per il consolidamento dello stato sociale e delle politiche a sostegno dei soggetti più deboli. Occorre pertanto puntare verso bilanci dello Stato che mirino ad evitare sbilanci tra entrate e uscite, e che siano anche capaci di produrre risorse da destinare ad investimenti per rilanciare lo sviluppo economico. Come la storia ha ripetutamente dimostrato, senza investimenti pubblici l’economia privata non riparte.

LO STATO SOCIALE, LA SANITÀ, PREVIDENZA
Un altro terreno fondamentale è rappresentato dalle politiche di consolidamento dello stato sociale, di cui sanità e previdenza sono tra i pilastri fondamentali, senza dimenticare la scuola, i servizi agli anziani e alle persone più in difficoltà, i trasporti, l’energia. La sanità sammarinese, oltre a realizzare una serie di eccellenze, deve entrare in un più vasto circuito, ovvero deve essere messa in rete con le strutture emiliano romagnole e marchigiane, con servizi di alta qualità che la rendano attraente ad un bacino di utenza ben più vasto dei 33mila abitanti del nostro paese.
La CSdL ribadisce l’urgente necessità di riformare complessivamente il sistema pensionistico. Per assicurare nel tempo la reale tenuta e l’equilibrio economico dei fondi pensioni e per garantire trattamenti previdenziali adeguati ai lavoratori di oggi e di domani, non sono sufficienti semplici interventi di superficie, seppure abbiano prodotto una maggiore sostenibilità in prospettiva, ma occorre una profonda riforma complessiva del sistema, che non può più reggere di fronte ai fenomeni in atto, fra i quali l’allungamento dell’aspettativa di vita e la diminuzione della base occupazionale. Per non scaricare tutti gli oneri sulle nuove generazioni, occorrerà verificare attentamente i livelli di squilibrio prodotti finora.

Comunicato stampa
Confederazione Sammarinese del Lavoro

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