Un'equipe di camici bianchi, uniti dalla comune esperienza in disumani teatri di guerra e in contesti sconvolti da cataclismi, decise di inaugurare una nuova era della medicina umanitaria, dando vita in Francia a un'organizzazione non governativa che non avesse confini nella sua azione. Di qui il nome Medici Senza Frontiere (dal francese Médecins Sans Frontières, noto anche con l'acronimo MSF).
Quel gruppo, la cui anima era il medico francese Bernard Kouchner, si era formato, all'interno della Croce Rossa, nel corso delle operazioni di soccorso alla popolazione del Biafra, decimata da una guerra feroce, e successivamente alla gente del Bangladesh colpita da una catastrofica alluvione.
Forti di queste esperienze decisero di metterle a frutto nell'ambito della neonata organizzazione, ispirata ai principi umanitari dell’etica medica e dell’imparzialità, senza distinzione di razza, religione o credo politico.
I primi banchi di prova furono affrontati in Honduras, Nicaragua e Vietnam, e già da qui si manifestò la duplice linea di intervento di MSF: da un lato si garantiva aiuto alla popolazione sia attraverso l'intervento sanitario e la fornitura di medicine, sia operando per una migliore gestione delle risorse, in primis dell'acqua; dall'altro si denunciava in maniera decisa, e senza sconti, all'opinione pubblica internazionale contesti di violenze e soprusi, scenari critici da tempo dimenticati, gestioni non trasparenti degli aiuti.
Una linea che si rafforzò negli anni e che non escluse interventi militari sotto l'egida Onu, ritenuti necessari da MSF per contrastare genocidi e massacri di civili, come in Ruanda (nel 1994) e in Darfur (2004). Un ruolo prezioso ma certamente scomodo che in diversi frangenti vide l'ONG scontrarsi con governi e potentati economici.
Ciononostante, l'opera prestata durante la guerra in Kosovo le valse il Nobel per la Pace (insieme alla Croce Rossa sono le uniche organizzazioni umanitarie ad averlo ricevuto) del 1999, riconosciuto per la pionieristica attività umanitaria in vari continenti. Con 19 sedi nel mondo e 2.500 volontari (tra medici e operatori sanitari) attivi in 80 Paesi, MSF è oggi la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo.
Un sostegno prezioso alle sue attività arriva da milioni di donatori, tra i quali non sono ammesse aziende coinvolte nella produzione di armi e armamenti, di tabacco o appartenenti al settore farmaceutico. Nel novembre 2013 Medici Senza Frontiere è intervenuta a Cebu, nelle Filippine, per la catastrofe umanitaria provocata dal tifone Yolanda.
Quel gruppo, la cui anima era il medico francese Bernard Kouchner, si era formato, all'interno della Croce Rossa, nel corso delle operazioni di soccorso alla popolazione del Biafra, decimata da una guerra feroce, e successivamente alla gente del Bangladesh colpita da una catastrofica alluvione.
Forti di queste esperienze decisero di metterle a frutto nell'ambito della neonata organizzazione, ispirata ai principi umanitari dell’etica medica e dell’imparzialità, senza distinzione di razza, religione o credo politico.
I primi banchi di prova furono affrontati in Honduras, Nicaragua e Vietnam, e già da qui si manifestò la duplice linea di intervento di MSF: da un lato si garantiva aiuto alla popolazione sia attraverso l'intervento sanitario e la fornitura di medicine, sia operando per una migliore gestione delle risorse, in primis dell'acqua; dall'altro si denunciava in maniera decisa, e senza sconti, all'opinione pubblica internazionale contesti di violenze e soprusi, scenari critici da tempo dimenticati, gestioni non trasparenti degli aiuti.
Una linea che si rafforzò negli anni e che non escluse interventi militari sotto l'egida Onu, ritenuti necessari da MSF per contrastare genocidi e massacri di civili, come in Ruanda (nel 1994) e in Darfur (2004). Un ruolo prezioso ma certamente scomodo che in diversi frangenti vide l'ONG scontrarsi con governi e potentati economici.
Ciononostante, l'opera prestata durante la guerra in Kosovo le valse il Nobel per la Pace (insieme alla Croce Rossa sono le uniche organizzazioni umanitarie ad averlo ricevuto) del 1999, riconosciuto per la pionieristica attività umanitaria in vari continenti. Con 19 sedi nel mondo e 2.500 volontari (tra medici e operatori sanitari) attivi in 80 Paesi, MSF è oggi la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo.
Un sostegno prezioso alle sue attività arriva da milioni di donatori, tra i quali non sono ammesse aziende coinvolte nella produzione di armi e armamenti, di tabacco o appartenenti al settore farmaceutico. Nel novembre 2013 Medici Senza Frontiere è intervenuta a Cebu, nelle Filippine, per la catastrofe umanitaria provocata dal tifone Yolanda.
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