Servono 'piena verità e giustizia'. Una richiesta che viene dalle massime autorità dello Stato nel giorno della commemorazione a 40 dalla strage di Bologna. "In occasione del quarantesimo anniversario della strage della stazione, che provocò ottantacinque morti e oltre duecento feriti, desidero - a distanza di pochi giorni dalla mia visita a Bologna e dall'incontro nel luogo dell'attentato - riaffermare la vicinanza, la solidarietà e la partecipazione al dolore dei familiari delle vittime e alla città di Bologna, così gravemente colpiti dall'efferato e criminale gesto terroristico. Riaffermando, al contempo, il dovere della memoria, l'esigenza di piena verità e giustizia e la necessità di una instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia", afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Conte, chiede di "squarciare definitivamente il velo che ci separa dalla verità". L'associazione delle vittime denuncia "il trattamento di favore di alcuni responsabili, ricompensati lautamente per il loro silenzio".
Ma "la verità si avvicina".
"Sono passati 40 anni e finalmente il nostro desiderio di avere verità comincia a realizzarsi possibile, grazie al lavoro della Procura generale di Bologna che, hanno seguito il denaro di Licio Gelli e analizzato la mole digitalizzata di atti che gli abbiamo forniti", ha detto Bolognesi.
"Le scuse" da parte dello Stato "sono le uniche parole che hanno una parvenza di decenza, dopo 40 anni di dolori immutabili vissuti dai familiari si può solo chiedere scusa", ha detto il viceministro dell'Interno Vito Crimi. "È tempo di aprire i fascicoli. È tempo di toglierli dai cassetti. Bologna non è più soltanto un caso giudiziario: è diventata un argomento storico. E la storia non si scrive con i segreti di Stato, con i silenzi o con gli 'omissis'. La storia si scrive con l'inchiostro indelebile della verità", ha detto la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.