Le operazioni antiabusivismo si moltiplicano sul litorale riminese, anche perché il fenomeno è tutt’altro che in calo. Anzi, secondo la Confcommercio molti immigrati finiti in cassintegrazione si sono improvvisati venditori. E così, gli abusivi sulle spiagge sarebbero quasi triplicati: ma è difficile quantificare quanti siano realmente. In alcune zone addirittura si spartiscono la battigia con i turisti. In maggioranza sono senegalesi, ma aumenta anche il numero dei cinesi, dei cingalesi e dei marocchini. Sempre secondo le associazioni dei commercianti, il loro giro d’affari arriva a 20 mila euro l’anno. Ma anche è questo è difficile da calcolare, altrettanto da confermare o smentire. Loro invece, i vù cumprà, calcolano tutto. Controlli compresi, e sono organizzati con servizi di ‘vedette’ sul lungomare, che li avvertono dell’arrivo delle forze dell’ordine. Ma il rischio vale, evidentemente. E vale anche per i turisti che attirati dai prezzi stracciati continuano a comprare; le multe, che possono arrivare anche a mille euro- come ben sanno le due donne sorprese a comprare merce taroccata- evidentemente non sono un deterrente abbastanza forte. “Da un punto di vista ordine pubblico, non si potrebbe fare di più” sottolinea l’assessore alla polizia municipale Roberto Biagini. Sui 15 chilometri di spiaggia da Torre Pedrera a Miramare i servizi della Polmare continuano quasi ogni giorno, anche in sella alle biciclette. I sequestri si susseguono, le denunce anche. Ma il fenomeno è fiorente e risponde ad una logica semplice, quella dell’offerta che si adegua alla domanda. E’ la legge del mercato. L’unica ad essere rispettata.
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