Lotta contro il tempo di 1.500 vigili del fuoco e volontari australiani, per contenere l'ondata di incendi che infuria da quasi una settimana nelle zone boscose che circondano Sydney. Oggi le squadre impegnate nei maggiori fronti di fuoco hanno approfittato di una giornata più favorevole, meno ventosa e con leggera pioggia, per condurre operazioni di bruciatura preventiva, in vista delle condizioni estreme attese per domani, con il ritorno di temperature sopra i 30 gradi, bassa umidità e venti fino a 100 km l'ora. Il Nuovo Galles del sud (di cui Sydney è capitale), è ancora devastato da 62 grandi incendi, di cui 14 fuori controllo. Oltre 200 case sono state distrutte e una persona è morta di infarto mentre cercava di difendere la propria casa dalle fiamme. Stamattina i vigili del fuoco hanno deliberatamente collegato due dei tre grandi incendi che divampano nella regione della Montagne Blu, per meglio gestire la situazione ed evitare che si congiungano con un terzo grande rogo formando un 'mega-incendio' con un fronte di centinaia di chilometri, che metterebbe in pericolo l'intera regione, compresa un'area di oltre un milione di ettari inclusa nel patrimonio mondiale Unesco per i suoi valori geografici, botanici, e di cultura tradizionale aborigena. Il più esteso dei tre incendi è quello attorno alla cittadina di Lithgow, che si ritiene causato mercoledì scorso da esercitazioni con esplosivi in una base militare e ha già incenerito oltre 40 mila ettari. Domenica sera il premier statale Barry O'Farrell ha dichiarato lo stato di emergenza in tutto il Nuovo Galles del sud, che dà ai servizi di emergenza poteri addizionali per 30 giorni, inclusi quelli di ordinare ai residenti di lasciare l'area, di tagliare l'erogazione di acqua e gas e di demolire edifici a rischio. Intanto è caccia ai baby piromani. Ieri sono stati arrestati tre ragazzini fra 11 e 15 anni e domenica due ragazze di 12 e 13 anni con l'accusa di aver appiccato incendi, il primo dei quali ha distrutto capannoni e oltre 5000 ettari di bosco.
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