Ad una settimana dal fermo di Luciano Bartolini, per le bombe incendiarie, proseguono senza sosta le indagini disposte dal commissario della legge Roberto Battaglino. Ieri il magistrato ha nuovamente interrogato l’unico indagato. Bartolini ha deciso di cambiare l’avvocato difensore, affidandosi ad un legale di fiducia. Subito dopo il fermo si era occupato della difesa di Bartolini un avvocato d’ufficio. Non ci sono notizie certe sull’ipotesi di reato contestata al 48enne di Cailungo. Non si sa neppure se sia stata effettivamente formulata. Il muro di silenzio sollevato dagli inquirenti e dalla difesa, da adito, inevitabilmente, a congetture e ricostruzioni. Ieri il magistrato inquirente aveva sentito, per un chiarimento Sante Canducci, anche qui nulla è trapelato. Bartolini, in carcere, intanto, sta tenendo una condotta normale per chi si trova in stato di detenzione, alternando momenti di apparente tranquillità a momenti di sconforto. E’ l’unico detenuto ospite in questi giorni nel carcere sammarinese. Ora, per lui, l’obiettivo è uscire e per raggiungerlo il suo legale dovra’ presentare un’istanza di scarcerazione. Probabilmente, Bartolini, non trascorrera’ in carcere tutta la fase dell’istruttoria che nella migliore delle ipotesi potra’ concludersi in settimane, o piu’ verosimilmente, mesi. Potra’ uscire quando non esisterà piu’ pericolo di inquinamento delle prove, fuga, reiterazione del reato. Resta, comunque, l’estrema gravita’ dell’accaduto: bombe incendiarie, che forse volevano intimidire, ma che potevano anche provocare gravissime lesioni a chi si fosse, malauguratamente trovato, nelle vicinanze al momento dello scoppio. E proprio questo aspetto avra’ un peso determinante nella formulazione del capo d’accusa per il rinvio a giudizio.
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