"Avere leader che gestiscano il potere senza crearsi sempre un nemico". In questo vede la svolta Giandomenico Picco, vice presidente del comitato scientifico del Pio Manzù, per disinnescare le guerre che attraversano oriente e occidente. Si parte dalla primavera araba, con la rivoluzione tunisina dei gelsomini a gennaio del 2011, in questa giornata dedicata ai rapporti tra Italia e medioriente. La Siria è il problema più complesso in questo momento e allora ci si chiede: l'Italia, l'Europa che partner sono in queste aree di conflitto? Può il Mediterraneo diventare scenario di scontri? Secondo il sottosegretario agli affari esteri dell'Italia Staffan De Mistura i moti che attraversano il mondo arabo sono genuini e non ancora conclusi. "Il ruolo dell'Occidente è di accompagnarli - precisa - e non criticarli. Non limitare il loro risveglio solo ai soldi che arrivano dalla Banca Mondiale". Certo è che l'Italia è legata a doppio filo a tante economie mediorientali, dal Qatar al Kuwait, con i loro giacimenti di petrolio e gas. Valentina Antonioli
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