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Cameriere a San Marino: ucciso a Teano

21 ott 2004
Cameriere a San Marino: ucciso a Teano
Quando Francesco Daprile è arrivato in ambulanza al pronto soccorso di Teano era gia’ morto. I medici hanno constatato un gravissimo trauma cranico e la rottura delle vertebre cervicali. Dopo poche ore di interrogatorio Agostino De Paolo avrebbe confessato l’omicidio. Entrambi lavoravano all’hotel Joli’di San Marino Città: Daprile, 45 anni, la vittima, come cameriere; De Paolo, 23 anni, in stato di fermo per l’omicidio, come cuoco. Insieme erano partiti lunedì sera da San Marino per una gita dalla famiglia di De Paolo, a San Giuliano di Teano. I due, secondo alcuni testimoni, poco prima dell’omicidio, avrebbero consumato alcolici in bar della zona. Poi mentre in auto percorrevano la strada Teano-Cesi sarebbe, verosimilmente, scoppiata una lite. Nei pressi di un campo sportivo si sono fermati per poi scendere e affrontarsi in una colluttazione. De Paolo – riferisce l’agenzia Ansa – presumibilmente con un corpo contundente avrebbe colpito Daprile al capo, riducendolo in fin di vita. Subito dopo ha chiamato l’ambulanza che ha trasportato il cameriere all’ospedale di Teano. Di Paolo l’ha raggiunto poco dopo al pronto soccorso e li è stato bloccato dai carabinieri di Caserta. In un primo tempo avrebbe negato le proprie responsabilita’ ma nella tarda serata di martedi’, pressato dalle domande del Pm della Procura di Santa Maria Capua Vetere Antonella Cantiello, avrebbe ammesso l’omicidio. All’origine del litigio finito in tragedia, forse, un piccolo debito maturato al gioco. Ora Agostino De paolo è in stato di fermo in carcere. Resta sotto sequestro l’auto utilizzata dai due per la breve vacanza finita in tragedia: una stilo azzurra, targata san marino, che avevano avuto in prestito dal loro datore di lavoro. La notizia dell’omicidio ha destato stupore a San Marino. Francesco Daprile, da tutti conosciuto come “Franchino” lavorava sul Titano dal 1991. Agostino De Paolo era cuoco al Joly, da quasi due anni. Avevano entrambi un regolare permesso di soggiorno. All’apparenza - afferma chi li ha conosciuti – sembravano buoni amici

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