Secondo la procura di Forlì la Cassa di Risparmio avrebbe messo in piedi un sistema per attrarre capitali finanziari in modo tale da sottrarli agli organi di vigilanza italiani. Due i canali mezionati dal sostituto procuratore Fabio Di Vizio: un conto corrente aperto presso la sede di Forlì del Monte dei Paschi di Siena in cui il titolare effettivo non era dichiarato e il gruppo Delta che la Cassa di Risparmio controllava anche attraverso altri azionisti, senza averne autorizzazione. Gruppo Delta che proprio oggi la Banca d’Italia ha reso noto di aver commissariato, adducendo analoghe motivazioni. L’inchiesta che ha portato all’arresto dei vertici della cassa di risparmio è iniziata nel marzo 2008 e riguarda il periodo che va dal 2004 allo scorso anno. Gli inquirenti l’hanno denominata “Varano”, dunque non ci sarebbe un collegamento diretto con “Re Nero” l’altra inchiesta della procura di Forlì che chiama in causa Asset Banca. 1 milione duecentomila gli assegni controllati ma – secondo Di Vizio – la banca sammarinese avrebbe svolto attività bancaria abusiva in Italia anche attraverso fidejussioni ed altre operazioni che tendevano ad eludere i controlli di tracciabilità. Di Vizio, così come l’atro sostituto procuratore Marco Forte, ha lasciato la conferenza stampa subito dopo aver concluso il riepilogo dell’azione investigativa. Il procuratore capo di Forlì Manfredi Luongo ha dichiarato che sono in essere contatti con la Dda di Bologna e la procura nazionale antimafia per interessi convergenti.
Riproduzione riservata ©