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Celiachia: in Italia 600mila persone ne soffrono ma 400mila non sanno di averla, parola all'esperto

Benedetta de Mattei intervista Giuseppe di Fabio (AIC)

28 mag 2022
Celiachia: in Italia 600mila persone ne soffrono ma 400mila non sanno di averla, parola all'esperto

In Italia circa 600.000 persone sono celiache, ma 400.000 non sanno di esserlo. Per iniziare a stare meglio è importante avere una diagnosi veloce e corretta poiché è una malattia severa, fortemente sottostimata, tanto che più della metà dei celiaci non sa ancora di averla, continuando a mangiare glutine inconsapevolmente, esponendosi così a gravi complicanze. Benedetta de Mattei ha intervistato Giuseppe di Fabio – Presidente AIC – Associazione Italiana Celiachia – per capire quali sono i campanelli d’allarme a cui fare attenzione e come arrivare alla diagnosi.

Cos'è la celiachia e quante persone ne soffrono in Italia?

La Malattia Celiaca (o Celiachia) è una infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. La Celiachia è caratterizzata da un quadro clinico variabilissimo, che va dalla diarrea profusa con marcato dimagrimento, a sintomi extraintestinali, alla associazione con altre malattie autoimmuni. La prevalenza della celiachia nel Mondo è pari all’1% della popolazione in qualsiasi Paese, compresa l’Italia, in cui sia stata individuata mediante programmi di screening o di case finding escluse poche eccezioni. Al 31 dicembre 2020 (Dati Ministero della Salute) i pazienti celiaci sono 233.147. Da questo dato se ne ricava un secondo, altrettanto importante, che riguarda le persone ancora in attesa di una diagnosi, circa 400.000.

Quali sono le cause?

La celiachia viene anche definita malattia ‘multifattoriale’ perché per manifestarsi ha bisogno di alcune condizioni: una predisposizione genetica e la condizione ambientale di esposizione al glutine. Queste due condizioni sono necessarie ma non sufficienti: solo il 3% delle persone che presentano queste condizioni, infatti, manifestano poi la celiachia. Recentemente si legge spesso che la celiachia sarebbe in crescita ma questo si rileva perché oggi, rispetto al passato, c’è una maggiore attenzione e una migliore consapevolezza su questa malattia e si fanno più diagnosi e non, come spesso si pensa, per via di un maggiore consumo di cibi ricchi di glutine.




Quali sono i sintomi?

Fino ad alcuni anni fa si pensava che la celiachia fosse facilmente riconoscibile e si manifestasse sempre con sintomi intestinali come diarrea, stipsi, oltre che con un marcato dimagrimento. Il sintomo più spesso associato ai bambini era una difficoltà nella crescita. Oggi sappiamo che la celiachia può manifestarsi anche in modo del tutto inusuale rispetto a questi sintomi. Ad esempio, fanno parte dei sintomi non immediatamente riconoscibili l’anemia nelle donne, l’abortività spontanea e l’infertilità, l’alopecia, danni al cavo orale con afte, ridotto smalto dei denti, difficoltà e disturbi alimentari. Ci sono poi pazienti che non presentano sintomi evidenti pur avendo ricevuto una diagnosi di celiachia ma indipendentemente dalla severità clinica della patologia, il danno è sempre presente se si assume glutine. Talvolta alle persone celiache viene chiesto “Quanto sei celiaco? Soffri di una forma grave di celiachia?”: AIC, anche attraverso iniziative di sensibilizzazione come La Settimana della Celiachia si impegna a sfatare i falsi miti come questo. Esiste infatti un’unica diagnosi di celiachia e un unico trattamento: una rigorosa dieta senza glutine per tutta la vita. Non si è quindi "più o meno celiaci" e non esistono "livelli più o meno gravi di celiachia". Trasgredire volontariamente alla dieta o non prestare attenzione alle contaminazioni è dannoso per tutte le persone celiache allo stesso modo, anche in assenza di sintomi.

Come si arriva alla diagnosi, quali sono i primi esami che bisogna fare?

Il primo passo per diagnosticare la celiachia è una ricerca sierologica che si effettua con un semplice esame del sangue. Per la diagnosi definitiva di celiachia è necessaria la biopsia dell’intestino tenue con il prelievo di un frammento di tessuto, per determinare l’atrofia dei villi intestinali attraverso l’esame istologico. Purtroppo, la celiachia è ancora una malattia altamente sotto diagnosticata, come accennato in precedenza, in Italia, ci sono almeno 400.000 persone che non sanno di essere celiache. AIC è costantemente impegnata al fine di contribuire a ridurre il tempo di diagnosi e il numero dei celiaci non diagnosticati: i pazienti e i medici hanno un ruolo fondamentale nel riconoscere la celiachia nelle sue forme più svariate.

Esiste una cura?

L’unica terapia attualmente disponibile per la celiachia è la dieta senza glutine condotta rigorosamente e per tutta la vita. Tale terapia non solo permette la scomparsa dei sintomi e delle malattie associate alla malattia celiaca in tempi rapidi ma previene lo sviluppo delle complicanze neoplastiche e autoimmuni, che la continua e prolungata esposizione al glutine provoca nei soggetti celiaci.

È possibile prevenirla?

La ricerca scientifica è ancora impegnata nello studio della prevenzione della comparsa della celiachia, ma finora non abbiamo risposte a questa domanda e neppure si possono fare previsioni per avere soluzioni. Di certo possiamo dire che la diagnosi corretta e precoce di celiachia è una importantissima forma di prevenzione delle gravi complicanze che l’inconsapevole ingestione del glutine causa ai celiaci non ancora diagnosticati. La celiachia non trattata, infatti, favorisce l’insorgere di molte malattie, alcune anche gravi, come il linfoma intestinale.






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