C’è anche un sammarinese tra gli imputati del processo iniziato ieri ad Ancona, e rinviato al prossimo 6 maggio, sul cosiddetto champagne clonato. 14 mila bottiglie messe in commercio da un grossista di Ancona, nel 1999, che dello champagne francese Moet & Chandon non avevano nemmeno le etichette, anch’esse falsificate. In realtà, le bottiglie contenevano comune frizzantino locale, prodotto in un’azienda di Cesena risultata successivamente fantasma. Per i reati di ricettazione, frode in commercio e falso, ieri i cinque imputati erano accusati di aver preso in consegna bottiglie che imitavano il celebre champagne e di averle vendute a clienti di Rimini attraverso la ditta all’ingrosso Falka Trade di Ancona, che in seguito aveva chiuso i battenti. Gli imputati sono Mario Paolini, le figlie Elisa e Paola, Raffaele Tenca e il sammarinese Silvano De Biagi. La ditta francese si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Vincenzo Arrigo, che ha affermato di non aver ancora quantificato il danno e che la ditta si è costituita anzitutto per una questione di principio e per dare un segnale, perché tra il ’99 e il 2000 si verificarono moltissime imitazioni, come dimostrano i sequestri effettuati all’epoca.
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