Lav, Enpa e Marevivo chiedono al sindaco di Rimini Andrea Gnassi di non concedere alcuna eventuale autorizzazione alla realizzazione di un nuovo delfinario a Rimini. La struttura - ricordano in una nota le associazioni ambientaliste - è chiusa da agosto, in seguito ad un'indagine svolta dalle stesse associazioni e una successiva ispezione del Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato, i cui esiti sono stati depositati alla Procura della Repubblica. Le irregolarità contestate al delfinario dal Corpo Forestale hanno comportato sanzioni amministrative fino a 18.000 euro. "Siamo certi che il primo cittadino saprà farsi garante della legalità, anche in questa delicata fase - affermano Lav, Enpa e Marevivo - Del resto da lungo tempo abbiamo segnalato inaccettabili irregolarità in questa struttura, tanto da chiederne l'immediato sequestro e la sua chiusura definitiva, anche per esercizio abusivo delle attività al pubblico poiché la struttura non possiede i requisti previsti dalle normative vigenti in materia". Per gli ambientalisti le attività condotte all'interno della struttura non rispettano i dettami della normativa vigente in materia di detenzione di delfini. Lav, Enpa e Marevivo chiedono alla "città dalla forte attrazione turistica di fare un salto di qualità, risparmiando ai delfini la segregazione della cattività, e di non spendere un solo euro di denaro pubblico, di tutti i cittadini, per far sopravvivere questa inaccettabile prigione per mammiferi marini. La città e i suoi tanti turisti non hanno bisogno del delfinario". Le associazioni ribadiscono la loro richiesta di procedere ora anche nei confronti degli altri delfinari di Riccione, Fasano e Torvaianica.
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