Migliaia di persone hanno partecipato ad una marcia per la democrazia ieri a Hong Kong, chiedendo a Pechino l'instaurazione del suffragio universale per l'elezione del loro leader. Appuntamento ormai tradizionale del nuovo anno, la manifestazione è partita da parco Victoria per arrivare fino al quartiere finanziario della città. Gli organizzatori della marcia attendevano 50.000 persone, ma non sono disponibili cifre ufficiali sull'effettiva partecipazione all'evento. "Siamo cittadini di Hong Kong, dobbiamo votare", ha detto dal corteo Sharon Tang, un impiegato d'ufficio di 49 anni che come altri manifestanti accusa il capo dell'esecutivo hongkonghese Leung Chun-ying di fare il gioco di Pechino. Gli abitanti di Hong Kong godono della libertà di parola, sconosciuta sul continente, ma Pechino controlla largamente in realtà la vita politica locale. Un mese fa è stata lanciata una consultazione pubblica sul futuro sistema elettorale di Hong Kong, ex colonia britannica tornata alla Cina nel 1997 con uno statuto di autonomia. La Cina ha promesso di introdurre il suffragio universale diretto per l'elezione del capo dell'esecutivo nel 2017 e quella del Parlamento nel 2020. Ma molti democratici locali dubitano fortemente di tali promesse, il cui termine viene regolarmente ritardato. Con il sistema attuale, il capo dell'esecutivo è eletto da un comitato di 1.200 membri in gran parte pro-Pechino. (ANSA-AFP).
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