Decine di attivisti e dissidenti cinesi sarebbero stati messi agli arresti domiciliari o costretti a lasciare Pechino per il 23esimo anniversario del massacro di piazza Tiananmen dove il 4 giugno del 1989 – secondo fonti occidentali - centinaia di studenti e cittadini furono uccisi dall'esercito intervenuto per stroncare un movimento composto da diverse anime: da chi auspicava riforme improntate alla glasnost a chiedeva un ritorno al comunismo delle origini. Secondo il South China Morning Post di Hong Kong le stesse autorità locali hanno definito le misure 'da tempo di guerra'. Il ministero degli esteri cinese si è dichiarato fortemente infastidito dall'appello rivolto dagli Usa alla Cina affinché liberi i detenuti per il loro ruolo nel movimento di piazza Tiananmen.
Riproduzione riservata ©