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Cittadinanza per naturalizzazione: possibile l'introduzione di test linguistici e storico-istituzionali

In vista, a San Marino, novità significative sul tema della cittadinanza. Si ragiona anche sull'eliminazione dell'obbligo di rinuncia a quella originaria

2 mag 2022

Questione molto sentita dalla società civile; in particolare dal Comites: che da anni sollecita una revisione del quadro normativo, insistendo sulla necessità di eliminare l'obbligo di rinuncia - della cittadinanza originaria - per coloro che aspirano ad essere naturalizzati sammarinesi. Non sono di certo pochi, come testimoniato dai numeri delle cerimonie di giuramento. Ma la scelta può essere dolorosa, riguardando la sfera identitaria. A breve però le cose potrebbero cambiare; anche alla luce delle raccomandazioni del Consiglio d'Europa, che chiede a San Marino maggiore flessibilità sulla doppia cittadinanza.

La politica – con un OdG condiviso, del luglio scorso – si era già attivata; e a fine novembre era stata presentata una bozza di PdL, che va proprio in questa direzione. Nell'occasione, poi, i rappresentanti dei Gruppi consiliari avevano introdotto un elemento ulteriore: la possibilità di subordinare l'ottenimento della cittadinanza ad un test di conoscenza della lingua italiana, nonché della storia e delle istituzioni sammarinesi. E' quanto già avviene in altri Paesi. Input raccolto dal Congresso di Stato. In una recente seduta è stato nominato un gruppo di lavoro, coordinato dal Direttore di Dipartimento Affari Istituzionali e Giustizia, e composto da alti funzionari pubblici in una logica multisettoriale. Dovranno elaborare una bozza di normativa, che disciplini i test: dai contenuti all'ente certificatore, dalle tempistiche all'organizzazione. Quanto alle modalità della prova sulla conoscenza della lingua – al netto di eventuali esoneri -, si guarda al quadro di riferimento approvato dal CoE. Nella vicina Italia, ad esempio, il livello richiesto è il B1: più alto rispetto al precedente. La documentazione prodotta dal gruppo di lavoro dovrà essere presentata al Governo entro il 30 giugno; seguirà un confronto con i gruppi consiliari.





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