Il Consiglio dei ministri dell’ambiente europei si è chiuso oggi in Lussemburgo con un accordo tra i 27 per la riduzione della CO2 dell’80- 95% entro il 2050. Il taglio dovrà raggiungere il 30% nel 2020, nonostante la doccia fredda ricevuta dai ministri dell’economia della zona euro: l’Ecofin il due ottobre scorso ha negato agli stati dell’est i finanziamenti per la riduzione delle emissioni inquinanti. Per la presidenza svedese l’impegno preso dai ministri europei dell’ambiente resta una proposta concreta in vista dell’appuntamento chiave di dicembre quando a Copenhagen la Comunità internazionale riscriverà le regole in campo ambientale, in vista della scadenza del protocollo di Kyoto nel 2012. Il testo contiene precetti vincolanti sul taglio della C02, precetti che sono finora rimasti largamente inapplicati dalla maggioranza dei 160 paesi firmatari.
Sulla decisione dell’Ecofin il commento del Commissario europeo per l’Ambiente Stavros Dimas: “Io e i miei colleghi abbiamo accolto questa scelta con grande disappunto, ci aspettiamo che i capi di Stato e di Governo si pronuncino ancora sui finanziamenti il prossimo 29 ottobre. Senza soldi niente patti. Senza investimenti per i negoziati a Copenhagen non è raggiungibile alcun accordo”.
Sulla decisione dell’Ecofin il commento del Commissario europeo per l’Ambiente Stavros Dimas: “Io e i miei colleghi abbiamo accolto questa scelta con grande disappunto, ci aspettiamo che i capi di Stato e di Governo si pronuncino ancora sui finanziamenti il prossimo 29 ottobre. Senza soldi niente patti. Senza investimenti per i negoziati a Copenhagen non è raggiungibile alcun accordo”.
Riproduzione riservata ©