“Ho lavorato due mesi, come commessa, in un negozio d’abbigliamento di un centro commerciale e non son stata pagata; il giorno in cui dovevo ritirare le due mensilità di stipendio ho trovato la saracinesca del negozio chiusa… del proprietario – italiano - neanche l’ombra; sono stata truffata”. Questa segnalazione è giunta qualche giorno fa alla nostra redazione, ma l’autrice ha chiesto di mantenere l’anonimato, forse temendo vendette. Una grave ingiustizia, un fenomeno non infrequente - quello delle lavoratrici non pagate -, almeno secondo il sindacato che conferma il problema. Negli ultimi tempi decine di ragazze – alcune anche sammarinesi – avrebbero subito simili torti, lavorando per mesi in condizioni di precariato. Pare che, in certi casi, le ragazze vengano anche messe in regola dai negozianti e ciò – forse – rende ancor più amara la sorpresa finale. L’azienda – senza alcun preavviso chiude – anzi sparisce – e addio stipendio. Che fare in queste situazioni? Secondo Mirko Bianchi – della CDLS – è difficile riuscire a risolvere casi del genere. Per rintracciare i proprietari è innanzitutto necessaria una rogatoria e ciò comporta una enorme dilatazione dei tempi, senza contare che non v’è certezza di recuperare qualcosa. Purtroppo – conclude Bianchi - sappiamo di svariate decine di casi, che accadono soprattutto nei centri commerciali dove le commesse spesso non sono in regola”.
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