E’ la prima volta che i Reggenti prendono la parola in una circostanza di carattere pubblico. Una scelta che ha sovvertito le regole del protocollo. Ma l’occasione era di tale portata che i Reggenti, pur di richiamare l’attenzione sul significato della giornata e sul suo valore civile, hanno deciso di innovare una prassi ormai consolidata. Un segno di sensibilità da parte delle più alte istituzioni su una piaga che distrugge la vita e la dignità di tanti esseri umani. Il nostro Paese non è immune dal fenomeno della violenza alle donne. I Capi di Stato hanno ricordato i numeri emersi dal monitoraggio realizzato sul territorio. Cifre che forse sono solo la punta di un iceberg. Hanno ricordato che accanto alla violenza fisica c’è anche quella psicologica, economica, sessuale e che troppo spesso in questo gioco al massacro vengono coinvolti anche minori. Ma hanno ricordato che c’è anche una presa di coscienza del problema e una larga condivisione sugli obiettivi della campagna; una collaborazione che ha visto coinvolti tantissimi concittadini. “Apprezziamo che il clima culturale sia cambiato, hanno detto. C’è un’attenzione ed una sensibilità che prima non si riscontravano, una partecipazione di donne e uomini che prima non ci si aspettava”.
Da qui l’auspicio che quanto prima la nostra legislazione recepisca i contenuti della Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa sulla protezione delle donne contro la violenza. “Molto è stato fatto - hanno concluso - ma molto resta ancora da fare. Il nostro obiettivo e la nostra speranza è che nessuna donna debba più soffrire a causa del suo essere donna per mano di un uomo e nessun figlio debba più vedere la propria madre picchiata e umiliata dal proprio padre”.
Da qui l’auspicio che quanto prima la nostra legislazione recepisca i contenuti della Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa sulla protezione delle donne contro la violenza. “Molto è stato fatto - hanno concluso - ma molto resta ancora da fare. Il nostro obiettivo e la nostra speranza è che nessuna donna debba più soffrire a causa del suo essere donna per mano di un uomo e nessun figlio debba più vedere la propria madre picchiata e umiliata dal proprio padre”.
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